Martedì 5 Aprile 2011 - Libertà
Tutte le immagini del Risorgimento
Da domani in Fondazione un ciclo di incontri curato da Elena Sichel
di ANNA ANSELMI
Un percorso tra le opere degli artisti dell'Ottocento per capire come hanno vissuto e interpretato il lungo processo che ha portato all'unità nazionale. All'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufemia, 12, un ciclo di tre incontri, il martedì con inizio alle ore 17.30, tenuti da Elena Sichel, analizzerà le Immagini del Risorgimento, titolo che racchiude un doppio riferimento ai dipinti e al ricordo che hanno contribuito a fissare nell'immaginario.
La prima conferenza, domani, dedicata a Illuminismo, periodo napoleonico, restaurazione: arte neoclassica e romantica, avrà un carattere introduttivo, per esplorare il fermento di idee all'origine delle rivendicazioni di libertà e indipendenza dei popoli. La nuova concezione dell'uomo, espressa dagli illuministi, si riverbera nell'attività delle monarchie illuminate, con riflessi anche sul disegno urbano, a Trieste come a Milano o a San Leucio (nel villaggio operaio costruito dai Borbone non lontano dalla Reggia di Caserta).
Nelle città emergono inoltre nuove tipologie di edifici: il teatro, il caffè, accanto ad altre soluzioni urbanistiche, come l'apertura di viali, legate a mutate esigenze sociali. Dopo il 1815, durante la Restaurazione, è il Romanticismo a incarnare nell'arte la necessità di un cambiamento, di cui si dibatte nei salotti animati da influenti figure femminili, si canta a teatro nei melodrammi verdiani, si riflette attraverso la lettura delle pagine manzoniane. In pittura si manifesta nella produzione di Francesco Hayez.
La seconda conferenza, il 12 aprile, sarà incentrata su Le guerre di indipendenza nelle opere dei Macchiaioli. Non è un caso, osserva Sichel, che proprio nella liberale Firenze si riunisca, al Caffè Michelangelo, il cenacolo di questi pittori-patrioti, spesso impegnati direttamente nei combattimenti. Girolamo Induno, "reporter di guerra ante litteram", documentò le varie campagne, ma anche Federico Faruffini e Giuseppe Abbati presero parte in prima persona alle battaglie.
L'ultimo appuntamento, il 19 aprile, affronterà il tema L'Italia unita: arte ufficiale e nuove tendenze, esaminando luci e ombre della formazione dello Stato nazionale, quali emergono nei quadri degli artisti. Alcuni furono chiamati a celebrarne il mito negli edifici appena inaugurati nella capitale ma, al di là della produzione più retorica, si affacciano anche le delusioni e il disagio per un presente ben più incerto e problematico del futuro che i giovani idealisti avevano sognato. Se ne ha testimonianza nel lavoro di Giovanni Fattori, che nel Carro rosso mette al centro il dramma di un tipo di agricoltura in via di estinzione per la crisi della mezzadria, oppure di Abbati, che con il suo interno della basilica di San Miniato «denuncia il poco rispetto dimostrato da certi interventi sui monumenti», o ancora degli Scapigliati, «estremamente critici sulla realtà che li circonda».