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Venerdì 29 Aprile 2011 - Libertà

Prodotti tipici piacentini, vietato mollare la presa

Marazzi: «La prossima tappa è il sito web con tutti i produttori»
Parenti: «Diamo alle aziende i mezzi per sopravvivere ai grandi mercati»

Se si vuole sperare in una valorizzazione concreta di ciò che il sistema Piacenza produce, non si può fare altro che affidarsi al gioco di squadra. Oggi, grazie all'iniziativa "Io amo i prodotti piacentini" si è forse raggiunto un obiettivo molto ambizioso, riuscendo a spingere nella stessa direzione ben nove diversi enti territoriali.
Basterà questo a fare di Piacenza una realtà privilegiata a livello nazionale? No di certo: ne sono convinti, in primo luogo, proprio Camera di Commercio e Fondazione di Piacenza e Vigevano, che da un lato chiedono un maggiore sforzo mentre dall'altro elogiano il piano messo in campo da Cento Sapori.
«L'iniziativa è senza dubbio positiva, perchè si va avanti nell'ottica - da noi già da tempo sposata - di promuovere i prodotti dell'economia piacentina» spiega il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Parenti. «La presenza del comitato Cento Sapori va proprio nella direzione di migliorare la qualità dei prodotti offerti, per spingere anche i produttori a far crescere il livello dei loro standard».
Secondo Parenti, è necessario innescare una sorta di rincorsa virtuosa per scalare la vetta della qualità, cercando di "allungare" - e magari di superare - i vicini più competitivi, con Parma in testa. «L'eccellenza non deve mai rimanere ferma: il rischio è quello di essere presto superati da altre novità, che si susseguono con ritmi molto veloci» dice.
Nell'affanno alla ricerca della qualità, tuttavia, un grosso aiuto viene già dal nostro territorio, dalle sue risorse e dalle sue materie prime. «Sia come qualità che come quantità di prodotti tipici, Piacenza è sicuramente messa molto bene» sottolinea il presidente. «Nonostante questo, si avverte il bisogno di fare più squadra tra le istituzioni e permettere anche alle aziende di crescere maggiormente: se i mercati si ingrandiscono sempre di più, fino a diventare anche internazionali, bisogna mettere le aziende produttrici in grado di competere con questi scenari. Molto banalmente, basterebbe fare in modo che le aziende riuscissero a coprire la richiesta sempre più crescente di prodotti; il che significa - per forza - aumentare la capacità produttiva. E questo è un aspetto di non poco conto, se messo in relazione al prossimo appuntamento con l'Expo 2015, dove davvero Piacenza dovrà presentare le sue eccellenze. Se le aziende da sole non riescono a compiere questo salto, occorre che le istituzioni si mettano insieme per costruire una rete disposta a valorizzarle. Altrimenti, in giro vedremo e continueremo a sentir parlare soltanto della coppa di Parma, che è di certo meno pregiata della nostra e soprattutto non è Dop».
La volontà di far bene e di proseguire nella giusta direzione c'è: lo conferma anche il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Giacomo Marazzi. «Grazie a questa iniziativa, oggi abbiamo l'opportunità per spingere verso la valorizzazione dei nostri prodotti, dando loro immagine e pubblicità» dice, sottolineando l'importante presenza del comitato Piacenza Alimentare tra gli organizzatori. «Il progetto legato al concorso a premi è valido, stimola la curiosità della gente, ha un buon battage pubblicitario e dovrebbe riuscire a rivitalizzare questo settore». Ma, anche in questo caso, la buona volontà potrebbe non bastare. «Per noi questo è solo il primo passo, la prima tappa di un'azione coordinata che si dovrà spendere fin da oggi e proseguire per qualche anno» aggiunge. «Innanzitutto, credo che sia necessaria la creazione di un unico sito web dove la gente possa andare a documentarsi per scoprire le realtà produttive e ciò che offrono. Gran parte di questo lavoro di ricerca e di crescita dovrà essere gestito dal comitato Cento Sapori e dalla Camera di Commercio: davvero mi auspico che questo concorso possa essere l'inizio di una strategia più ampia».
E per il futuro? «Di certo la Fondazione non è un ente predisposto alla programmazione, ma se i progetti arriveranno, noi non tarderemo a partecipare finanziariamente» conclude Marazzi. «Con Cento Sapori e con il professor Daniele Fornari, vogliamo che ci sia uno sviluppo ulteriore, che sottintenda almeno una programmazione triennale, per supportare al meglio i nostri prodotti».

Cristian Brusamonti

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