Mercoledì 13 Aprile 2011 - Libertà
«La musica del futuro? Inizia da Liszt»
Applaudita conferenza di Landini in Fondazione col bravo pianista Damerini
piacenza - Buona musica del futuro. Mai un augurio è stato più azzeccato di quello con cui il musicologo Carlo Alessandro Gandini ha aperto il concerto del pianista Massimo Damerini all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. La "musica del futuro" è stata quella in cui Liszt ha creduto tenacemente tanto da farsene accanito sostenitore dopo l'incontro con Wagner e Schumann nel 1840; ed allora proprio al compositore austriaco è stato dedicato il primo concerto della rassegna La musica dell'avvenire da Liszt al Novecento organizzato dal conservatorio Nicolini e da Ensemble ‘900 Musica che è rientrato anche nel calendario degli appuntamenti della 13ª edizione della Settimana della cultura. «Liszt è stato un patrono della musica dell'avvenire del suo tempo - ha spiegato Landini all'inizio della conferenza-concerto - ma diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare per un grande del passato come lui, di Liszt ancora non si è creata una "stratificazione documentaria" chiara che ci permetta di capire la persona e il repertorio. Molti aspetti di questo compositore ci sfuggono ancora di mano: spesso se ne mette in rilievo l'essere virtuoso e quasi "acrobatico" invece di soffermarsi sui semi che ha piantato: Liszt è stato il promoter di Wagner e Berlioz, ma è stato anche il compositore di una musica innovativa e diversa. Lo studioso Giorgio Pestelli ha sostenuto che in lui fossero presenti due nature dovute all'assenza di un "centro", di un baricentro: sostenere la presenza di una duplice natura in Liszt significa testimoniarne il grado di ambiguità profonda». Il concerto che ha visto protagonista Damerini ha avuto proprio questo obiettivo: offrire una panoramica diffusa della produzione composita di una personalità straordinaria di cui in tanti hanno scritto, da Campanella a Dal Monte, da Walker a Szsz.
Per aprire la serata il talentuoso pianista, che vanta numerose esibizioni in molti dei maggiori teatri del mondo e che in questi giorni ha tenuto una masterclass al Nicolini, ha scelto una delle Rapsodie ungheresi di Liszt, la n. 3 in Si bemolle minore, caratterizzata da notevoli cambi di registro e tempo tipici della musica popolare magiara; a seguire sono stati tre brani tratti da Années de Pèlerinage e ispirati a tre sonetti del Petrarca che il compositore scrisse durante il viaggio in Italia. Lo Studio trascendentale n. 9 (Ricordanza) ha messo in luce le straordinarie capacità virtuosistiche di Damerini, che si è poi confrontato con i lunghi e delicati arpeggi de In Festo Transfigurationis Domini nostri Jesu Christi e con la brillante Parafrasi sul Rigoletto di Verdi di un quartetto della seconda scena del terzo atto, suscitando ampi consensi e prolungati applausi.
Betty Paraboschi