Domenica 24 Aprile 2011 - Libertà
Chernobyl 25 anni dopo: Aiutiamoli a vivere
Cade il prossimo 26 aprile il 25° anniversario del disastro alla centrale nucleare di Chernobyl. E' probabile che la concomitanza con le preoccupazioni sollevate dall'incidente di Fukujima e con le recenti decisioni del governo in tema energetico fornisca l'occasione per riaprire la diatriba sul nucleare. Non è di questo, però, che intende occuparsi questo articolo, bensì delle ricadute "umane" della tragedia di Chernobyl: di come essa abbia condizionato in negativo lo sviluppo di un intero paese, la Bielorussia (l'incidente avvenne in Ucraina, ma a subirne le conseguenze fu soprattutto la Bielorussia, posta "sottovento" rispetto alla centrale nucleare); e di come abbia influito e tutt'ora influisca sulla vita delle persone comuni e soprattutto dei bambini. L'OMS ha recentemente effettuato uno studio (http: //www. who. int/ionizing_radiation/chernobyl/who_chernobyl_report_2006. pdf) che si sforza di misurare gli effetti di quanto avvenuto: esso considera i danni diretti subiti tra gli addetti alle squadre di soccorso, tra le popolazioni residenti nelle aree evacuate e tra quanti erano allora bambini e adolescenti: agli importanti incrementi dei tumori alla tiroide si sono aggiunti i disagi psicologici conseguenti allo sradicamento dai territori d'origine, alla rottura dei legami sociali, all'impossibilità di tornare alle proprie case. La radioattività continua tutt'oggi ad esercitare i suoi malefici effetti, ancora una volta soprattutto sui bambini che rappresentano la categoria più vulnerabile.
E' dimostrato tuttavia che essi possono essere significativamente attenuati con la permanenza per periodi prolungati in zone non contaminate. E' proprio da questa evidenza scientifica che ha preso avvio l'attività della Fondazione Aiutiamoli a Vivere, una delle associazioni più esperte nel sostegno alle piccole vittime di Chernobyl.
La sua attività primaria è infatti proprio quella di organizzare periodi di accoglienza per bambini e adolescenti bielorussi presso famiglie italiane: a Piacenza questa esperienza si è ormai consolidata da parecchio tempo ed interessa annualmente una cinquantina di famiglie. In realtà le ragioni di queste famiglie vanno ben al di là di questa primaria motivazione: i bambini sono nella maggior parte dei casi orfani o, come vengono definiti, orfani sociali (figli cioè di genitori che hanno perso la patria potestà, generalmente a causa di problemi legati all'alcolismo), e trovano nelle famiglie di accoglienza un riferimento anche affettivo, che spesso diventa molto forte e duraturo nel tempo.
Chi ha provato testimonia che diventa subito del tutto naturale corrispondere a questa domanda d'affetto, superando rapidamente ogni barriera di lingua e di età; solitamente il coinvolgimento emotivo interessa tutta la famiglia, a maggior ragione se ci sono dei figli per i quali i piccoli ospiti diventano immediatamente compagni di giochi e di avventura. L'accoglienza diviene così un momento anche educativo per i nostri ragazzi, che si desidera ripetere al punto che si attende con ansia e trepidazione l'arrivo di luglio, il mese in cui solitamente si concentra l'iniziativa del gruppo piacentino.
L'accoglienza, tuttavia, non è l'unica proposta di "Aiutiamoli a Vivere". Da qualche anno la Fondazione finanzia e supporta attività di formazione al lavoro: in particolare la delegazione piacentina ha contribuito, presso l'orfanatrofio di Yastrebel, all'avviamento di coltivazioni di fiori e ortaggi in serra (con benefici effetti anche sulla dieta alimentare dei ragazzi) e alla ristrutturazione dei laboratori di falegnameria e di sartoria ai quali sono stati anche forniti i macchinari necessari. Grazie soprattutto alla generosa collaborazione di alcuni medici italiani particolarmente sensibili si sono potuti infine avviare delle importanti collaborazioni anche in campo sanitario, con la formazione di medici locali (soprattutto nel settore della chirurgia maxillo-facciale) e con l'assistenza terapeutica in diversi casi specifici. Il prossimo autunno saranno a Piacenza 2 bambini affetti da fibrosi cistica accompagnati dalle mamme per affrontare un ciclo di cure presso le strutture italiane. Tutto ciò, è ovvio, richiede l'impegno personale e finanziario di diversi volontari. Quanto si riesce a realizzare è infatti direttamente proporzionale alla disponibilità e alla passione delle persone che si prestano a dare una mano e al denaro che si riesce a raccogliere.
Per celebrare e ricordare il 25° di Chernobyl Aiutiamoli a Vivere invita la cittadinanza ad un concerto per Voci Bianche del Coro Polifonico Farnesiano diretto dal maestro Mario Pigazzini, in Santa Maria di Campagna il prossimo 6 maggio alle 21. Sarà un'occasione per saperne di più!
La Fondazione Aiutiamoli a vivere