Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
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Mercoledì 29 Giugno 2005 - Libertà

La banca ha invitato a presentare i documenti fiscali

"Quella fondazione va sciolta". Cariparma e Piacenza: non sapevamo che esistesse

La Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza ha avuto notizia "solo" ad aprile di quest'anno dell'esistenza di una Fondazione per gli interventi sociali della Cassa di Risparmio di Piacenza "a seguito di un colloquio intercorso tra il proprio presidente e il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano (Giacomo Marazzi, ndr) su richiesta di quest'ultimo". E "immediatamente" la banca ducale ha rivolto formale invito al presidente di quella Fondazione per interventi sociali (Giancarlo Mazzocchi, ndr) e ai consiglieri che ne fanno parte ("tutti in regime di prorogatio") di fornire "la documentazione fiscale ed amministrativa relativa all'ente e di dar corso alla procedura di scioglimento per liquidarlo, poiché di fatto le sue finalità non sono più perseguibili". E' questo l'ultimo capitolo dell'intricata vicenda sulla cosidetta Fondazione "parallela", un organismo nato nel 1975 in seno all'allora Cassa di Risparmio di Piacenza e mai sciolto, neppure dopo la fusione tra le Casse di Piacenza e Parma, neppure quando inizia ad operare la Fondazione di Piacenza e Vigevano, nata sulla scorta della legge Amato.
Esplicitando la propria posizione sull'affaire "fondazione parallela", i vertici attuali di Cariparma e Piacenza Spa fanno sapere con estrema chiarezza che "da quanto risulta agli atti, nessuna documentazione né alcuna notizia era emersa nemmeno all'atto della fusione tra la Cassa di Parma e quella di Piacenza, risalente al 1993". "In questa situazione, la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza Spa - prosegue una nota della banca - ben consapevole dei diritti che le competono a seguito della fusione tra le due banche, inerenti in particolare anche alla nomina dei consiglieri, è tuttora in attesa di conoscere gli sviluppi di questa singolare vicenda e le determinazioni che saranno assunte al riguardo dagli organi competenti". Fin qui, l'istituto di credito. Ora sono presidente e consiglieri a dover rendere conto di uno strumento lasciato in "sonno" ma che, secondo l'interrogazione del parlamentare Tommaso Foti a vari ministri, avrebbe in realtà ricevuto ancora tra il 1993 e il 1998 erogazioni per 200 milioni di lire proprio dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, presieduta dallo stesso Mazzocchi, trasferimenti che quest'ultimo non conferma. Peraltro l'attuale presidente Marazzi ha disposto una verifica contabile interna a tutela dell'ente di via Sant'Eufemia. Pochi oggi ricordano l'azione di quella Fondazione sociale. Ne abbiamo chiesto memoria al professor Gianni Degli Antoni, noto docente di informatica, che fece parte del consiglio. "Dal mio punto di vista - ci ha risposto - la Fondazione ha operato abbastanza attivamente su vari fronti, scuole, ospedali, territori montani, recupero di tossicodipendenti". Ci furono convegni "anche di grande respiro organizzati con il contributo del compianto professor Gigi Donati su problemi di chirurgia". Poi le ristrutturazioni bancarie modificarono gli assetti. "E non ho avuto più il piacere - spiega Degli Antoni - di partecipare ai consigli, occasione di scambi di vedute assai interessanti".

pat.sof.

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