Sabato 30 Aprile 2011 - Libertà
«Il Bollettino storico sempre vivo»
Nuova fase, cambia la proprietà: la rivista gestita dalla Tipleco. Presentata ieri in Fondazione dal direttore responsabile Anelli l'annata 2010 del periodico
piacenza - Dal 1906 il "Bollettino storico piacentino" fondato da Stefano Fermi insieme alla collana di monografie "Biblioteca storica piacentina", continua a costituire un terreno di incontro per chi si occupa di storia locale, nelle sue diverse diramazioni, oltre a offrire studi inediti su aspetti noti e meno noti del patrimonio culturale piacentino.
Lo ha confermato ieri pomeriggio all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano la presentazione dell'annata 2010 del periodico che, in concomitanza con il suo 105° anno di vita, ha visto un avvicendamento della proprietà. Il testimone è passato alla casa editrice Tipleco che lo ha ricevuto dall'associazione "Amici del Bollettino storico piacentino", a sua volta subentrata nel 1990 agli eredi Fermi. Il direttore responsabile Vittorio Anelli, ringraziando la Tipleco per aver accettato ventun anni fa di correre il rischio di stampare la rivista, «quando ancora non c'era la certezza di contributi pubblici che poi sono arrivati, consentendoci di mantenere in vita il Bollettino storico piacentino», ha sottolineato come «adesso, in tempi di difficoltà generali per i bilanci delle istituzioni, la Tipleco si è dimostrata disponibile a gestire la rivista». L'iniziativa ha anche la finalità «di assicurare - ha spiegato Anelli - una continuità che le forze dell'associazione, con tanti iscritti anziani, non possono garantire». Il Bollettino proseguirà dunque la sua storia caratterizzata - ha evidenziato ieri Maria Luisa Pagliani, della Deputazione di storia patria - da una eccezionale longevità e da un altrettanto significativa fedeltà all'idea del fondatore, pur con aggiornamenti per quanto riguarda temi e strumenti di indagine, «cercando sempre di coniugare tradizione e innovazione». Pagliani ha riscontrato un'ulteriore specificità del semestrale: l'analisi e la pubblicazione di inediti, «consentendo così di costruire un vasto corpus di materiale di studio e valorizzando il patrimonio documentario, in tutti i campi».
Tra le grandi operazioni avviate da Fermi, Pagliani ha citato il recupero dell'opera giordaniana, «tuttora in corso». Anelli ha ricordato anche i volumi su Melchiorre Gioia, Antonio Canova e i giacobini, aggiungendo come ormai siano tanti i ricercatori non piacentini che si dedicano all'esplorazione del nostro passato, come Stefano Levati, dell'università di Milano, che ieri ha tracciato un profilo della società di Piacenza tra Sette e Ottocento, oggetto di un suo saggio che comparirà sul secondo volume della monumentale Storia economica di Piacenza, di prossima pubblicazione per i tipi Tipleco. Pagliani invece ha passato in rassegna i testi dei due numeri del Bollettino storico piacentino usciti nel 2010, che trattano di storia, storia dell'architettura, storia dell'arte e storia politica, con un puntuale corredo iconografico e un'aggiornata bibliografia di libri e articoli di argomento locale. Elementi che - ha sottolineato Pagliani - rendono la rivista uno strumento di grande utilità. «Come tutti i periodici, abbiamo però bisogno degli abbonati» è stato l'appello lanciato da Anelli. Per informazioni, ci si può rivolgere alla Tipleco.
Anna Anselmi