Sabato 7 Maggio 2011 - Libertà
Gli operatori: c'è una luce in fondo al tunnel, però soffriamo ancora
Dal commercio all'artigianato, le ferite si stanno rimarginando ma occorre fiducia
Un futuro tra luci ed ombre, esattamente come negli anni passati, da affrontare comunque con ottimismo in virtù di qualche timido segnale di ripresa. Il mondo lavorativo piacentino ha fatto il punto della situazione ieri pomeriggio in occasione della presentazione del 9° rapporto economico provinciale: per tutti quanti la crisi economica non è ancora alla spalle e lascia pesanti strascichi da superare, ma c'è tanta voglia di recuperare il terreno perduto e di adottare strategie diverse rispetto al passato. Una ricetta questa che arriva da un "volto nuovo" dell'industria piacentina, la futura vice presidente di Confindustria Consuelo Sartori: «Secondo me è il momento di provare strade alternative, provare ad uscire dalle regole e dalle abitudini che hanno caratterizzato questi ultimi tempi così negativi. Certamente non sarà facile, tutti quanti abbiamo passato un periodo molto incerto, ma credo che il peggio sia passato. Senz'altro noi di Confindustria ne siamo usciti in maniera meno drammatica rispetto ad altre realtà grazie allo strepitoso lavoro del presidente Giglio che ha saputo contenere gli effetti della crisi». Effetti che invece si sono fatti sentire sui dati relativi alle imprese piacentine, rappresentate dalla Cna. Come ha riferito il presidente Dario Costantini «abbiamo registrato ulteriori perdite di imprese nel 2010, dopo il negativo - 19 % del 2009, arrivando ad un - 24 % di imprese in meno nel settore dell'edilizia». Numeri allarmanti secondo Costantini, determinati «dalla mancanza di regolarità nei pagamenti, se manca questo fattore le aziende non possono investire né tanto meno lavorare». La situazione, sul nostro territorio, sta invece mettendo in luce alcuni settori artigianali in ascesa, grazie al contributo determinante dei giovani. Lo ha riferito Alberto Bottazzi di Libera Artigiani: «Stando ai dati del nostro osservatorio ci sono già in atto molte realtà che si stanno facendo strada, nuovi imprenditori che costituiscono ottime imprese e questo ci fa ben sperare per il futuro. Che comunque rimane legato ad una situazione di chiaroscuro, la crisi non è affatto finita e lo dimostrano i numeri sulla disoccupazione che in molti casi continuano ad aumentare». La stessa descritta dal direttore di Confesercenti Fausto Arzani, che però ha edulcorato il proprio commento con una nota di ottimismo e di carica positiva: «Siamo ancora in una fase critica, i dati sui nostri associati certificano chiaramente che non siamo alla fine del tunnel. Tuttavia rimaniamo ottimisti, cercheremo di aiutare in tutti i modi possibili le imprese ad uscire da questo momento fin dal prossimo anno. Come? Ci vogliono più assistenza al credito e sostegno da parte delle banche ed una riforma che dia maggiori garanzie a chi lavora ed a chi è disoccupato, come la cassa ordinaria e straordinaria». Guarda al futuro con rinnovato vigore anche Giovanni Struzzola, direttore di Unione Commercianti, nonostante un biennio 2009/2010 che, per quanto riguarda l'associazione, «ha causato la perdita di oltre cento unità tra aperture e cessazioni. Fortunatamente resistono i servizi ed il turismo, che non hanno avuto saldi negativi. Il momento è cruciale, dobbiamo capire se c'è la possibilità di intervenire sulla nostra economia per farci uscire dalla crisi, che per noi è ancora presente. Superato questo quadro negativo, stabilizzando tutti i settori, credo che potremo guardare con fiducia al prossimo anno». Cercare un miraggio di crescita per il futuro quindi, questo l'obiettivo che anche l'ex presidente della Coldiretti Sandro Calza chiede al mondo agricolo locale. «Dobbiamo aspettare conferme - ha sottolineato - e stabilità. L'ideale sarebbe che il mercato fosse più tranquillo e che ci sia più chiarezza su chi gestisce le risorse, ora c'è troppa incertezza. Speriamo che al più presto si faccia qualcosa di concreto, soprattutto per dare lavoro ai nostri giovani: producendo di più si investe anche nella manodopera, abbassando la disoccupazione». Le buone notizie, sia per i lavoratori che per chi cerca una casa, arrivano dal panorama immobiliare. La situazione economica degli anni passati infatti ha bloccato il mercato, impedendo alle aziende di aumentare i prezzi sugli immobili. Chi vuole comprare una casa dunque, non subirà alcun aumento per molto tempo, a fronte di alcuni accenni di risalita delle imprese. «Il territorio piacentino è particolarmente ricco per quanto riguarda il nostro settore - ha spiegato Cesare Maggi del Maggi Group Re Immobiliare - e si è salvato rispetto all'andamento generale del mercato, che rimarrà stabile in futuro. Tuttavia rimangono necessari alcuni interventi per incentivare gli acquisti, come un aiuto alle fasce deboli per la prima casa». E la cultura piacentina come sta? Nonostante i recenti tagli del Governo, sembra che gli enti abbiano reagito bene, soprattutto la Fondazione di Piacenza e Vigevano del presidente Giacomo Marazzi: «La nostra situazione è discreta, noi personalmente non abbiamo fatto nessun taglio e continueremo così anche il prossimo anno, dialogando con le istituzioni».
Gabriele Faravelli