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Domenica 8 Maggio 2011 - Libertà

Svevo, un viaggio sentimentale tra letture e visioni

In Fondazione da Cepach ad Adamo e le incursioni teatrali di Eforo e Mazzocchi: sulle orme dello scrittore

di BETTY PARABOSCHI
Sulle orme di Ettore Schmitz. O meglio di Italo Svevo. Dove? In un Corto viaggio sentimentale, ovviamente. È questo infatti il titolo scelto dalla studiosa Daniela Morelli per una tavola rotonda dedicata agli studenti del liceo "Cassinari" e dell'istituto "Romagnosi" svoltasi all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Corto viaggio sentimentale è infatti il titolo di un racconto incompiuto di Svevo in cui, in un "serpe lunghissimo", si narrano il viaggio in treno del signor Aghios da Milano a Trieste e i suoi incontri, origine a loro volta di percorsi legati alla memoria e all'immaginazione. Allo stesso modo la tavola rotonda di ieri ha realizzato il medesimo tragitto: lo ha fatto con personaggi diversi, artisti contemporanei che hanno raccontato il loro intimo legame con Svevo e la loro personalissima interpretazione dell'opera dello scrittore triestino.
A confrontarsi, in un incontro guidato dal coordinatore del Museo Sveviano Riccardo Cepach e intervallato dalle "incursioni teatrali" di Paolo Mazzocchi e Barbara Eforo, sono stati infatti scrittori, registi e studiosi che si sono lasciati ammaliare dalle suggestioni sveviane a tal punto da rielaborarle personalmente.
Alcuni di loro si erano già presentati ai piacentini nel corso dell'incontro dell'altro giorno allo Spazio Rosso Tiziano: proprio in quell'occasione il regista triestino Alberto Guiducci aveva presentato al pubblico il suo primo cortometraggio, L'assassinio di via Belpoggio, ispirato all'omonimo romanzo sveviano. «Mi piaceva l'idea di confrontarmi con un racconto psicologico e di poter rappresentare quello che succede nella mente di una persona» ha spiegato, «il protagonista, Giorgio, è un inetto che si lascia tentare dall'azione e genera dunque il suo dramma: è un assassino che fa di tutto per farsi scoprire. Sono sempre stato colpito dalle suggestioni della produzione sveviana perché ci ritrovo molto di me stesso».
Allo stesso modo anche lo scrittore americano Nathalien Rich si è lasciato ispirare dal triestino: il risultato è il romanzo La voce del sindaco, in cui l'autore statunitense rielabora in modo personale alcuni temi cari a Svevo come l'inettitudine, all'interno di una particolare chiave di lettura volta a privilegiare il tratto intrinsecamente "umoristico" del "signor Schmitz".
Diverso è invece il caso di Sergia Adamo, docente dell'università di Trieste, che si è occupata di come sia stato recepito Svevo da due artisti sudafricani, William Kentridge e il premio Nobel per la letteratura 2003 J. M. Coetzee: «Entrambi hanno visto in Svevo uno spunto per riflettere sulla loro realtà - ha spiegato Adamo, - sia per quanto riguarda la realtà di confine che caratterizza l'opera sveviana e che può presentare dei punti in comune con le periferie del mondo in cui lavorano questi artisti; sia per l'attualità di certi temi come la malattia, il fallimento, il rapporto sofferto con la storia che sommerge gli individui».

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