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Martedì 10 Maggio 2011 - Libertà

Gershwin con le bollicine

Walsh e Thibaudet: al Municipale l'accoppiata funziona

piacenza - Piacenza - La Rhapsody in blue e il Concerto in Fa maggiore per pianoforte e orchestra di George Gershwin nella versione discografica di Stefano Bollani e Riccardo Chailly, lo scorso Natale, è stato uno degli album più venduti anche a Piacenza. E numerosi piacentini l'altra sera hanno riconfermato il proprio amore per Gershwin al Teatro Municipale, dove all'interno del cartellone della stagione concertistica curata dalla Fondazione Teatri di Piacenza sono stati riproposti i capolavori dell'autore americano.
Protagonisti del concerto il direttore Philip Walsh, sul podio per dirigere la Filarmonica Arturo Toscanini in un'esecuzione jazzistica e dai volumi possenti, ma soprattutto il solista Jean-Yves Thibaudet, uno dei pianisti più considerati al mondo.
Thibaudet ha riproposto dal vivo il contenuto del suo ultimo Cd, uscito per la Decca poco prima della versione Bollani/Chailly, dove suona con la Baltimore Symphony Orchestra diretta da Marin Alsop. La caratteristica versione del solista francese è proprio legata all'orchestrazione per jazz band, scelta per rappresentare lo spirito più teatrale di Gerswhin, quello che più s'avvicina al suo periodo, proponendo le versioni della Rhapsody in blue, An american in Paris e Concerto in Fa maggiore più granitiche, senza alleggerire l'enfasi di moda nel decennio tra gli anni Venti e Trenta - quello in cui il compositore scrisse le opere in programma. Interessante ascoltare gli arrangiamenti di Ferde Grofé, grande amico di Gerswhin, al quale l'autore chiese una mano per la strumentazione della Rhapsody in blue, dapprima destinata a pianoforte e complesso jazz, successivamente ampliata con l'obiettivo di esprimere imponenza e aggiungere nuove timbriche. Forse non tutti sanno che il celebre attacco del clarinetto nacque non da Gershwin ma dall'improvvisazione del clarinettista Ross Gorman, che stupì tutti durante la prima esecuzione con il suo glissato ascendente, rimasto un caposaldo.
L'interpretazione di Thibaudet ha creato un'atmosfera sonora differente da altre, più spesso eseguite, come ad esempio quella Rhapsody in blue che, proprio nella Concertistica al Municipale nel 2006 diresse il maestro Georges Prêtre con una inconsueta dolcezza, tanto che suscitò alcuni dissapori tra gli spettatori piacentini.
La dolcezza, per una jazz band ampliata, non è la caratteristica primaria sebbene il poema sinfonico Un americano a Parigi ed il Concerto in Fa maggiore, in particolare, abbiano enfatizzato le dinamiche sussurrate, solitamente suonate con più pienezza, al fine di sottolineare ulteriormente i "fortissimo" dei fraseggi finali dei temi principali. Una scelta apprezzabile, fedele allo stile di moda quando Gershwin scrisse alcune delle sue pagine più celebri, raggiungendo il grande successo - negli anni seguenti, anche grazie all'utilizzo delle sue musiche in varie pellicole hollywoodiane (la Rhapsody in blue che apre il film Manhattan di Woody Allen ma anche Un americano a Parigi, in cui un giovane Gene Kelly danza alla fine l'intero poema sinfonico con un'adorabile Cyd Charisse), prima di morire prematuramente.
Il maggior pregio di Thibaudet, soprattutto nella seconda parte del concerto, è quello di aver proposto l'intento di Gershwin ossia l'espressione della ricchezza della diversità di culture, religioni e razze degli Stati Uniti. La stessa che, alla fine dell'Ottocento, inseguì Dvorák nella sua Sinfonia dal Nuovo Mondo. E senza nulla togliere all'esecuzione della Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Walsh, molto applaudita al Municipale, il suggerimento è di confrontarla con il concerto che l'anno scorso Thibaudet ha suonato negli Stati Uniti insieme alla Los Angeles Philharmonic diretta dalla giovane stella del podio Gustavo Dudamel, trovando un suono talmente cristallino e brillante da far sparire ogni altra aspettativa.

Eleonora Bagarotti

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