Lunedì 9 Maggio 2011 - Libertà
Quel Manzoni a caccia di lettori
Mortilla in Fondazione: la letteratura racconta il Risorgimento
piacenza - La letteratura racconta il Risorgimento. È questo l'obiettivo del ciclo di incontri curato da Salvatore Mortilla e intitolato Ora che l'Italia è fatta…: l'altro giorno all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano si è svolto il primo appuntamento dal titolo Una premessa: Manzoni e il componimento misto di storia e invenzione.
«Manzoni sceglie la forma del romanzo e poi l'argomento storico perché ha un obiettivo ben chiaro: raggiungere il maggior numero di lettori», ha spiegato Mortilla all'inizio dell'incontro, «negli intenti dell'autore dei Promessi Sposi infatti emerge la volontà di raggiungere con la sua letteratura un pubblico più ampio». Il motivo è evidente: la letteratura e in particolare il romanzo storico si fanno portavoce di un vero e proprio messaggio ideologico. «Ma qual è quello del romanzo di Renzo e Lucia? » è l'interrogativo posto al pubblico dallo studioso: per stabilirlo occorre considerare la presenza ricorrente di quei «venticinque lettori» a cui Manzoni si richiama più volte nel corso della narrazione. Ha spiegato al proposito Mortilla: «In particolare sono due i punti strategici nei quali Manzoni rivolge la parola a chi sta leggendo: all'inizio e alla fine del romanzo. Nell'incipit infatti l'autore mostra di preoccuparsi dei suoi lettori, evidenziando come la scrittura sia un'attività faticosa, ma altrettanto lo sia la lettura; nella conclusione invece Manzoni si rivolge a chi legge chiedendo di voler bene non solo a chi ha ideato la storia, ma anche a chi l'ha "raccomodata"».
Chi sono dunque questi venticinque lettori? Mortilla lo dice chiaramente, citando una fonte illustre come Il libro per tutti. Saggio sui Promessi Sposi di Vittorio Spinazzola: «Dietro ai venticinque lettori c'è il pubblico borghese dell'Ottocento, una classe sociale formata sull'eredità dell'Illuminismo che poi ha preso potere». Ecco allora la "lotta" che trova spazio nel romanzo fra vecchio e nuovo sistema politico: il primo, quello aristocratico-gentilizio, trova un suo portavoce in Don Rodrigo, mentre il secondo si esprime nell'ardore della fede di Fra' Cristoforo. Ad emergere è dunque un messaggio ideologico fondato sulla renovatio: «La nuova classe dirigente rappresentata dai venticinque lettori dovrà essere in grado di rinnovarsi e di vivere all'altezza della morale cattolica» ha spiegato Mortilla, «è questa la renovatio cristiana proposta da Manzoni e il cui insegnamento si basa sui concetti di caritas e operosità esemplificati dalla figura del buon borghese che lavora per aiutare sé e gli altri».
Betty Paraboschi