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Lunedì 16 Maggio 2011 - Libertà

Gli ultimi davanti alla morte

Il cinema di Pasolini nell'analisi di don Viganò

di CHIARA CECUTTA
Nella seconda giornata di Piacenza Teologia 2011 il tema della manifestazione "Questo è il mio corpo" è stato declinato in ambito cinematografico. Le immagini, tutte tratte da pellicole di Pasolini, hanno così preso la parola nell'appuntamento svoltosi nel pomeriggio nel Seminario Vescovile. Spezzoni di film in bianco e nero hanno così portato in primo piano la concezione pasoliniana del corpo. Ad illustrarla, e a presentare le immagini proiettate, è stato don Dario Viganò, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo. In un appuntamento intitolato "Ostaggio delle apparenze, liberatore di emozioni, il corpo eloquente: parole dal cinema", don Viganò ha tratteggiato i canoni che caratterizzano il corpo nell'immaginario cinematografico di Pasolini. Nei tre spezzoni di film proiettati, tratti da Accattone del 1961, da Mamma Roma del 1962, e dall'episodio La ricotta del film collettivo Ro. Go. Pa. G del 1963, Pasolini «mette in mostra il corpo dei suoi personaggi, il corpo degli ultimi della società, dinanzi alla morte». Evidente, per don Viganò, l'ossessione di Pasolini per il corpo intento a percorrere «un cammino di avvicinamento alla morte, intesa come supremo atto sacrificale, e mostrata innumerevoli volte per il tramite della crocifissione di Cristo». Pasolini espone il corpo nel passaggio tra la vita e la morte. «La relazione tra il corpo e la morte è per Pasolini una sorta di ossessione che si ripresenta ciclicamente nelle opere cinematografiche, e che risente profondamente della morte del fratello partigiano Guido, avvenuta durante la seconda guerra mondiale. Elemento biografico che ha fortemente condizionato il pensiero e le opere del regista e scrittore italiano».
In Pasolini si percepisce chiaramente, come ha evidenziato lo stesso don Viganò, l'idea che «senza la morte la vita manchi di senso», pensiero che decreta molti dei finali delle pellicole pasoliniane.
Giunta quest'anno alla quarta edizione e conclusasi ieri, Piacenza Teologia, organizzata dall'omonima associazione, con il sostegno di Comune, Provincia e Fondazione di Piacenza e Vigevano, è riuscita a declinare il tema scelto sia a parole, sia adottando linguaggi propri delle arti visive, della musica e del cinema. «Quest'anno abbiamo voluto offrire ai partecipanti nuovi approcci all'argomento trattato, esperimento che ha coinvolto maggiormente le persone» ha spiegato don Luigi Bavagnoli, presidente di PiacenzaTeologia.

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