Lunedì 16 Maggio 2011 - Libertà
Il prezzo pagato alla deportazione
In un libro persone, storie e speranze per un domani diverso. Alla Cappella Ducale presentato "Rinchiudere un sogno" curato da Carla Antonini dell'Isrec
piacenza - La Resistenza a Piacenza raccontata attraverso le vicende degli oltre 150 deportati politici nei lager nazisti: al tema è dedicato il libro Rinchiudere un sogno, a cura di Carla Antonini, edito da Scritture, quarto titolo della collana "Quaderni di Studi piacentini. Saggi e documenti" promossa dall'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea (Isrec). Il volume è stato presentato l'altro pomeriggio nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese in un incontro al quale sono intervenuti: Roberto Pasquali, presidente del Consiglio provinciale; Giovanni Castagnetti, assessore al futuro del Comune di Piacenza, ente rappresentato anche dall'assessore alla cultura, Paolo Dosi; Fabrizio Achilli, Carla Antonini e Barbara Spazzapan, rispettivamente presidente, direttore e collaboratrice dell'Isrec, nonché autori dei testi della pubblicazione, ulteriore capitolo di una ricerca pluriennale condotta dall'Istituto per cercare di precisare, alla luce di documenti d'archivio, memorie e testimonianze, quale tributo è stato pagato da Piacenza al tragico capitolo della deportazione.
In passato l'attenzione si era concentrata sulle persecuzioni per motivi razziali e sui lavoratori coatti, mentre è ancora in corso l'analisi dei dati relativi agli Imi, gli internati militari italiani, che costituiscono una pagina solo piuttosto di recente riesaminata dalla storiografia. Il volume Rinchiudere un sogno è stato dato alle stampe significativamente in concomitanza con i 150 anni dell'unità d'Italia, tanto che Achilli ha parlato della «valorizzazione, attraverso questa ricerca scientifica sulla deportazione politica, di un patrimonio di valori. Dietro i dati che Carla Antonini e Barbara Spazzapan hanno sistematicamente raccolto, vagliato e ordinato, e che compongono le singole schede offerte alla lettura vi sono persone, storie, sofferenze e anche speranze e progetti per un domani diverso. Essi offrono dunque la possibilità di una ricostruzione storica e umana di vite spese per una prospettiva, di percorsi diversi ma ugualmente esemplari di persone che pur in una grande e drammatica ristrettezza di condizioni hanno scelto. E a noi, al nostro archivio di ideali, hanno lasciato in consegna la loro scelta».
La ricerca alla base del volume, corredato da fotografie dell'epoca, è stata sostenuta dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e da Carlo Pronti. Gli autori hanno ringraziato in particolare anche i familiari dei deportati, gli uffici anagrafici dei Comuni piacentini, l'Anpi di Piacenza e Romano Repetti, Maurizio Cavalloni, titolare dello Studio fotografico Croce che ha messo a disposizione il suo ricco archivio, e Carla Giacomozzi dell'Archivio storico della città di Bolzano, nel cui campo furono inviati molti dei deportati politici piacentini: partigiani combattenti, organizzatori della Resistenza o civili antifascisti, con destinazione finale, per gran parte di loro, Mauthausen e i suoi sottocampi, Flossenbürg, Dachau e altri lager.
Il volume delinea le caratteristiche del sistema concentrazionario del Terzo Reich, soffermandosi sulla meno nota attività del campo di Bolzano, con approfondimenti sul grande rastrellamento dell'inverno 1944-'45 nel Piacentino.
Anna Anselmi