Venerdì 17 Settembre 2004 - Libertà
"Mi piace la vita in sé"
Aveva detto
Giovanni Raboni, uno dei protagonisti della vita culturale italiana degli ultimi cinquant'anni, era venuto lo scorso anno a Piacenza. Nel gennaio del 2003 il poeta, drammaturgo, traduttore, critico teatrale e letterario, figura di assoluto rilievo nel panorama letterario italiano dei nostri giorni, aveva partecipato a un incontro di "Testimoni del tempo", la rassegna culturale dedicata ai protagonisti della cultura e della società italiana, durante il quale aveva parlato delle sue molteplici attività. Presentato da Piergiorgio Bellocchio, fondatore della rivista "Quaderni Piacentini", uno dei primissimi "luoghi" nei quali Raboni ha pubblicato i propri scritti, il poeta aveva letto al numeroso pubblico ritrovatosi nell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano per ascoltarlo, alcune liriche dell'ultima sua raccolta, "Barlumi di storia", i cui temi, come aveva raccontato lui stesso "sono da una parte civili, con le mie reazioni e i miei risentimenti nei confronti di quello che accade intorno a noi, e dall'altra di fedeltà a certi valori, al passato, ai morti, alla fede nella comunione dei vivi e dei morti". Ieri Giovanni Raboni ha lasciato questa vita; una vita che, come disse a chiusura dell'incontro di Piacenza, amava tantissimo. "Amo il presente in quanto tale - aveva detto il poeta - ma certo il modo di essere di questo presente mi sembra poco amabile. Mi piace la vita, ma mi piace sempre meno l'uso che se ne fa".
cate.cara