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Giovedì 19 Maggio 2011 - Libertà

Il comunismo tra eresia e critica

Città comune: illustrato in Fondazione un corposo progetto editoriale

piacenza - «Il Novecento, secolo del comunismo e del suo fallimento. La somma di queste due affermazioni, che noi consideriamo fondate, ha prodotto, assieme a molte altre conseguenze, la cancellazione di persone, movimenti, concezioni senza i quali la comprensione del nostro passato è impossibile o fortemente mutilata». Da questa premessa di Pier Paolo Poggio, direttore della Fondazione Luigi Micheletti di Brescia, è nato l'impegnativo progetto editoriale L'Altronovecento. Comunismo eretico e pensiero critico, in collaborazione con Jaca Book, che finora ha portato in libreria due ponderosi volumi, nei quali l'attenzione si sofferma sull'Europa, rispettivamente dal 1900 al 1945 e dal 1945 al 1989, facendo riemergere la riflessione di teorici, intellettuali, scrittori e militanti oggi a rischio di caduta nell'oblio o studiati solo per alcuni aspetti della loro attività. Se ne è parlato l'altra sera all'auditorium Santa Margherita della Fondazione di Piacenza e Vigevano nel primo appuntamento del ciclo L'Altronovecento, organizzato da Cittàcomune e che proseguirà il 1° giugno alle 21 con Goffredo Fofi che presenterà il libro Il viaggiatore leggero di Alexander Langer (Sellerio). Sulla rivisitazione critica del primo e del secondo Novecento l'associazione politico-culturale piacentina ha già promosso negli anni un ricco calendario di iniziative, incentrate in particolare su Antonio Gramsci, George Orwell, Simone Weil, le riviste del dopoguerra, il '68 e che in autunno - ha annunciato Gianni D'Amo - proseguiranno con incontri su Piero e Ada Gobetti, ai quali è dedicata la tessera 2011, e su Adriano Olivetti. Temi sui quali i due tomi curati da Pier Paolo Poggio, intervenuto in Fondazione insieme a due dei coautori, Gianfranco Fiameni e Franco Toscani, al redattore René Capovin, a D'Amo e a Piergiorgio Bellocchio, presidente di Cittàcomune, offrono possibilità di approfondimento nella molteplicità di sguardi di un'opera dal taglio comunque accessibile anche ai non specialisti e che, nell'analizzare il comunismo, getta al contempo luce sul capitalismo nelle sue varianti, stimolando così una percezione più critica su certe dinamiche pervasive riscontrabili a livello globale.
Bellocchio, che nella sua vicenda personale e di cofondatore di Quaderni piacentini ha incrociato molti degli autori presi in considerazione nelle oltre 650 pagine del primo tomo e nelle 800 pagine del secondo, ha osservato come l'opera raccolga contributi di giovani storici, ma anche di testimoni per i quali la materia trattata rientra nel campo delle loro esperienze dirette. «Tra i pregi dei due volumi è il fatto che non vi sia una tesi, ma un interesse di fondo per il marxismo e il comunismo, che rimangono - ha evidenziato Bellocchio - il fenomeno più importante del XX secolo; hanno interessato un numero così grande di persone che non è certo possibile ignorarli». Poggio ha ribadito come nell'opera resti centrale il comunismo sovietico, attorno a cui gravita il contributo dei comunisti eretici, che furono soggetti a forti censure da parte dell'ortodossia dominante.
Ciascun tomo è articolato in sezioni introduttive di contestualizzazione, cui seguono capitoli su teorie critiche, singole figure di pensatori (come Ranieri Panzieri, Lelio Basso, Gianni Bosio, Jean-Paul Sartre, Theodor Adorno, Günther Anders, Herbert Marcuse, Henri Lefebvre, Cornelius Castoriadis, Guy Debord, Michel Foucault, Franco Fortini, Sebastiano Timpanaro, Hannah Arendt, Albert Camus, Ernesto De Martino, Gilles Deleuze, Ivan Illich, nel secondo volume), eventi e movimenti, senza trascurare quanto avveniva Oltrecortina, in rivolte e manifestazioni di dissenso ancora poco conosciute in Occidente, con i profili di quattro protagonisti della "resistenza morale al potere in Unione Sovietica": Varlam Šalamov, che trascorse vent'anni nel Gulag; Vasilij Grossman; Aleksandr Solženicyn e Andrej Sacharov.
In Fondazione, Fiameni si è soffermato sulla Cremona dei primi anni '50, dove Danilo Montaldi, del quale nel volume viene ricostruito l'apporto di scrittore e di militante, diede vita al giornale Unità proletaria, mentre Toscani ha esaminato il "cristianesimo eversivo" di padre Ernesto Balducci nel suo rapporto con il marxismo, verso il quale il sacerdote aveva «un atteggiamento simpatetico, ma per certi aspetti critico», suggerendo come nuovi modelli di umanità quelli incarnati in San Francesco d'Assisi e in Gandhi.

Anna Anselmi

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