Lunedì 13 Settembre 2004 - Libertà
"Zanella", suggestioni rossiniane
Folto pubblico ai chiostri del Duomo per il tradizionale appuntamento con l'orchestra del "Nicolini". Ripetuti applausi al virtuoso violoncellista Berthold
Proseguendo una tradizione risalente all'anno della propria fondazione e consolidatasi nel corso dei quattro successivi, l'Orchestra Sinfonica "Amilcare Zanella" torna ad arricchire con una nuova e sorprendente performance l'annuale celebrazione della Festa del Duomo. Il concerto dell'altra sera, ospitato fra i chiostri della Cattedrale, non solo ha segnato la conclusione di un'intensa prima giornata di festeggiamenti, ma ha registrato anche l'attesa esibizione solistica di un ospite d'eccellenza, il violoncellista tedesco Frieder Berthold.
Il violoncellista, già presenza costante dell'estate piacentina condotta nel segno del Valtidone Festival, è direttore artistico del Festival da Camera di Limone sul Garda ove il concerto vedrà una replica domani. Al suo fianco il primo violino Rita Mascagna, l'enfant prodige piacentina vincitrice di prestigiosi concorsi, non da ultimo il "Premio Anguissola" nella sezione musica da camera, conferitole al termine della rassegna di classica valtidonense, che con la sua impeccabile professionalità ha enfatizzato la validità del "progetto Zanella". L'orchestra del conservatorio "Nicolini", intitolata ad un nostro concittadino, celebre pianista e compositore, e costituita da allievi e neo-diplomati insieme a docenti dell'Istituto, nasce infatti con il proposito di offrire ai giovani musicisti che hanno ultimato il tradizionale corso di studi l'opportunità di un perfezionamento post-diploma alla guida di professori di comprovata esperienza concertistica ed orchestrale. Ed il successo di pubblico, folla pulsante di estimatori o di semplici curiosi che comunque hanno gremito l'intero spiazzo adiacente i chiostri, riscontrato nella serata di sabato ha indubbiamente premiato il talento degli studenti piacentini, emerso appieno anche grazie alla sapiente direzione del Maestro Fabrizio Dorsi, che, focalizzando l'attenzione su ricercati effetti dinamici ha saputo esaltare le singole voci delle famiglie strumentali, nel rispetto della corale armonia concertistica. Valore quest'ultimo al quale ha giustamente alluso Monsignor Galvani, nel breve intervento introduttivo che ha preceduto l'esibizione, sottolineando il forte parallelismo che lega la perfezione matematica dell'architettura alla musica. Come del resto è emerso di lì a poco, quando, complice l'impeccabile esecuzione del Concerto per violoncello ed orchestra op. 129 di Schumann, abbiamo potuto apprezzare il genio romantico del compositore tedesco, l'anelito all'infinito che incontra il finito, la tensione spirituale al sublime che sposa la lucidità geometrica della composizione sinfonica. Né sono mancati brani più "avvicinabili" anche da "profani della materia", a cominciare dalle danze popolari di Strauss, quali la conosciutissima Annen-Polka insino alla capricciosa Pizzicato-Polka, interamente eseguita dagli archi con la tecnica, appunto, del "pizzicato", un virtuosismo che ha poi finito per imperare, dato che il programma della serata includeva l'Ouverture de Il Signor Bruschino di Rossini, opera controversa proprio in ragione della sequela di artifici utilizzati dal compositore, che nella sinfonia iniziale, oltre appunto al persistente pizzicato adotta anche per la prima volta nella storia della musica l'utilizzo dell'archetto con funzione percussiva. Ed è ancora il pizzicato degli archi che accompagna, dolce e leggero sottofondo, la melodia arabeggiante dei fiati ne L'Italiana in Algeri sino all'energica Sinfonia iniziale de Il Barbiere di Siviglia, accolta da un prolungato scroscio di applausi al quale solo un altrettanto coinvolgente bis è riuscito a porre termine.
Alessandra Gregori