Martedì 22 Febbraio 2011 - Libertà
Longeri, un safari in alta Valnure
Oggi l'autore presenta il suo ultimo romanzo in Fondazione
piacenza - «Un "safari" in alta Valnure? » ci si chiedeva all'inizio ancora dubbiosi, per passare quindi a pattugliare i monti «Sulle orme del misterioso felino che si aggira per l'alta Valnure», osservare l'attività delle «"Gazzelle" contro il puma» con nuclei di tiratori scelti pronti a risolvere drasticamente la situazione, mentre testimoni oculari assicuravano: «Un cane pastore ha stanato il felino: mi è saettato davanti miagolando». Sono solo alcuni dei titoli di quotidiani del 1977, recuperati da Stefano Longeri per raccontare la storia de Il puma di Ferriere, alla quale ha dedicato il suo ultimo romanzo, edito dalla Lir e che verrà presentato oggi alle ore 17.30 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano da Stefano Pareti e Franca Oberti. L'avvio della vicenda - precisa Longeri - è fornito da un fatto di cronaca, ma il proseguimento è frutto della fantasia dell'autore, che ha immaginato sviluppi e intrecci tra personaggi di invenzione e luoghi altrettanto immaginari, a parte il riferimento a Ferriere contenuto nel titolo. «Nel 1977 si sparse all'improvviso la notizia di un puma avvistato in Valnure. Uscirono moltissimi articoli. Qualche tempo fa, a cena con l'amico Roberto Mori, all'epoca giornalista del Giornale, capitò di rievocare quei fatti che Mori seguì appunto per la testata diretta da Indro Montanelli. Oltre a Libertà, agli avvistamenti del puma si interessò anche la stampa nazionale, compreso il Corriere della Sera. Il felino non venne comunque mai trovato». Cosa era dunque successo? «A Ferriere è sempre girata la voce che alcuni bontemponi si fossero inventati la presenza di questo animale pericoloso per tenere lontano i fungaioli. A sentire la gente del posto, al puma non ha mai veramente creduto nessuno. Del resto, quasi ogni estate i telegiornali parlano di tigri o pantere di cui si perdono presto le tracce». Longeri è dunque partito dai suoi ricordi e dai resoconti sui giornali dell'epoca per narrare "con un sottofondo di ironia, alla Amici miei, gli sviluppi imprevisti di una storia che avrà per qualche personaggio risvolti anche sentimentali. Come se avesse attizzato braci che covavano sotto la cenere, l'arrivo del fantomatico puma offre lo spunto per una serie di episodi incredibili». Da una parte «l'Italia si rivela un Paese di creduloni, altrimenti non si spiegherebbe il proliferare di sette, maghi e fattucchiere», dall'altra ci sono i mezzi di informazione, «che a volte giocano un ruolo improprio e una notizia montata ad arte finisce con l'assumere una patina di verità».
Anna Anselmi