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Sabato 5 Febbraio 2011 - Libertà

«Sul consumo del suolo la politica ferma»

Castelnuovo: nessuna misura per contenerlo. Freda: nuove linee, ma serve tempo

«Il consumo del suolo ha cominciato a preoccupare le forze politiche, le quali non hanno però messo in campo nessuna misura concreta per provare a contenerlo». E' il pensiero di Giuseppe Castelunovo di Legambiente, che così si è espresso l'altra sera durante la serata di approfondimento organizzata dall'associazione all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. «Quello che più colpisce - ha evidenziato - è la crescita dei centri abitati in rapporto alla popolazione». Dal 2000, infatti, i residenti sono sì aumentati da 266mila ai 288mila di due anni fa, ma l'incremento demografico è dovuto esclusivamente al saldo migratorio, a fronte di un saldo naturale negativo. «Se cresciamo numericamente grazie agli arrivi, il rischio - ha detto - è che gli stranieri vadano a vivere in certe zone del centro, mentre gli altri cittadini esplodano nella campagna».
Secondo i dati concessi dall'amministrazione Trespidi a Legambiente, con i soli nove Psc approvati tra il 2004 e il 2009 il territorio urbanizzabile destinato all'uso residenziale - è stato precisato - è aumentato di 3 milioni di metri quadrati. Di oltre un milione e mezzo, invece, è la superficie destinata alla parte produttiva nei nove comuni. Se a ciò si sommano i quasi 6 milioni di metri quadrati residenziali e gli altrettanti per uso produttivo individuati dai Psc adottati in altri 10 comuni, avremmo sottratto al «cuore verde tra il Po e l'Appennino» oltre 14 milioni di metri quadrati di campagna. Cifre dalle quali sono tuttavia escluse - è stato segnalato - le stime relative alla città e ad altri 10 comuni della cintura urbana che non hanno ancora redatto il Psc.
Stando ai dati contenuti nella Carta regionale dell'uso dei suoli - hanno detto durante l'incontro - fra il 1976 ed il 2003 in Emilia Romagna il suolo urbanizzato è aumentato di 8 ettari al giorno (11 campi da calcio), mentre sono andati persi quotidianamente 20 ettari di terreno.
«Nelle linee di mandato dell'amministrazione Errani - ha detto l'assessore all'Ambiente Sabrina Freda - è contemplata la limitazione del consumo di suolo. Servirà tempo perché il fenomeno è in atto da decenni, ma almeno siamo sulla strada giusta e un altro buon segno è l'avere accorpato la delega alla Riqualificazione urbanistica a quella dell'Ambiente. Fino ad oggi - ha aggiunto - la politica ha sostenuto e interpretato una cultura che non sapeva vedere il territorio come qualcosa di finito e che non si preoccupava del futuro e della sostenibilità».
Più complesso, invece, sembra l'accesso a dati accurati sul consumo di suolo a livello nazionale poiché, come ha evidenziato Castelnuovo «le difformità metodologiche nell'effettuare i calcoli e le diverse classificazioni non possono garantire informazioni certe». Secondo Eddyburg, il sito dell'urbanista Edoardo Salzano, all'inizio del decennio precedente l'Italia "sciupava" 650 ettari di terra al giorno. La Germania, invece, ne sprecava 130.

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