Sabato 15 Gennaio 2011 - Libertà
«Non dimentico gli autori ebrei»
Conlon stasera al Municipale per la Concertistica dirige la Toscanini
piacenza - Concerto dalla doppia valenza quello di stasera - ore 20,30 - al Teatro Municipale: è il quinto appuntamento della Stagione sinfonica ed è l'evento con cui la Fondazione Teatri di Piacenza ricorda il grande Arturo Toscanini nell'anniversario della morte (16 gennaio 1957). Un'occasione adeguatamente celebrata dalla presenza sul podio, alla guida della Filarmonica Toscanini, di James Conlon, tra i direttori oggi più apprezzati, una bacchetta ormai al top del panorama musicale internazionale. Raro e prezioso il programma che si apre con la bellissima Kammersymphonie di Franz Scheker a cui seguirà l'Adagio per archi di Samuel Barber (reso famoso dal film Platoon), per chiudersi con bouquet di capolavori di Antonin Dvorák Natura, vita e amore, tre ouverture per grande orchestra, Nel regno della natura op. 91, Karneval op. 92 e Othello op. 93.
Con la pacata profondità che lo ha fatto definire dalla critica "un vero gentleman della musica", James Conlon affascina mentre spiega le sue attività non solo come direttore d'orchestra ma anche come rigoroso cultore di alcuni periodi della storia delle musica. «Tra i miei principali interessi - dice - vi è sicuramente quello per i compositori della cosiddetta "musica degenerata" ma che io dico "soppressa", trattandosi di ebrei o semplicemente di musicisti invisi che il nazismo ha fatto sparire: non solo le loro creazioni ma spesso anche gli autori. Vi consiglio di leggere in internet le informazione sulla Fondazione Orel da me istituita, non per chiedere soldi, ma per far conoscere questi musicisti alcuni dei quali sono geniali come Schreker, di cui stasera eseguirò la bellissima Kammersymphonie. Quello che si legge nel sito l'ho trovato io: l'ho cercato 10 -15 anni fa proprio per dare informazioni a coloro che desiderano sapere di più in merito alle storie di 24 musicisti che ebbero questo tragico destino furono perseguiti dal nazismo».
Quando è nata questa sua ricerca?
«Mentre ero in Germania a Colonia dove ho scoperto la musica di uno di questi: Alexander Zemlinsky, per me assolutamente geniale. Ho pensato al vuoto enorme che si è creato a livello culturale in seguito e ho pensato che era intollerabile che si continuasse a fare finta di nulla. Il disastro delle guerra è anche questo: la cancellazione di capolavori di grande valore compresa la memoria degli autori. Tra l'altro uno come Schreker, grande operista, era una celebrità a suoi tempi, essendo riverito ed osannato. In quanto ebreo, i nazisti gli tolsero l'incarico di docente a Berlino e lo emarginarono fino a farne perdere ogni traccia. Lui né morì per questo».
Il suo è un interesse storico dunque.
«Storico e culturale, per ridare alla storia della musica un capitolo molto importante. Il motivo non è tanto politico anche se la presenza di questo brano in un concerto che ricorda l'anniversario della morte di Toscanini si potrebbe collegare con la sua figura di uomo schierato contro la dittatura, capace di prendere posizioni risolute con manifestazioni di aperto dissenso. A lui dedicò espressamente il bellissimo Adagio di Barber che lo adattò per orchestra d'archi proprio su consiglio di Toscanini stesso».
E la scelta dei brani di Dvorak da cosa è scaturita?
«Dvorak è un grande compositore, ingiustamente trascurato. In particolare questo ciclo: Natura, vita e amore al quale sarebbe più giusto dare il titolo di poema sinfonico. Non si ascolta mai per intero nelle sue tre parti comprendenti tutte e tre le ouvertures: Nel regno della natura, Karneval e Othello. La più celebre è il Karneval: musica nota che comunica tanta allegria».
Marcella Galeazzi