Giovedì 20 Gennaio 2011 - Libertà
Una donna in crisi in cerca di sé
Nel bel film "La piccola A" con Lucia Vasini presentato all'Iris. La pellicola è nata attraverso un'esperienza di teatroterapia con la compagnia Diurni e Notturni
piacenza - «Diceva che io avevo l'idea di me come di una piccola A». La psicoanalisi di Lacan docet: il «piccolo oggetto A» è quello che non sa mai dire di no, comportandosi in un modo conforme alle aspettative degli altri. È così Lucia Vasini, o meglio Antonia, protagonista di una deliziosa commedia dolce-amara intitolata appunto La piccola A e proiettata al cinema Iris nell'ambito della rassegna Cineclub 2010. Grandi film sul grande schermo promossa dal Comune di Piacenza e dalla Fondazione Cineteca di Milano. Per i piacentini il film non rappresenta una vera novità: il lavoro, diretto da Salvatore D'Alia e Giuliano Ricci e prodotto dalla Scuola di Cinema televisione e nuovi media della Fondazione Scuole Civiche di Milano e da Teatro Gioco Vita, era stato rappresentato in anteprima al Teatro dei Filodrammatici nel 2008. La piccola A rappresentava la parte conclusiva di un progetto che aveva visto uniti l'attrice Vasini, il direttore artistico di Teatro Gioco Vita Diego Maj e gli psichiatri Giovanni Smerieri e Marco Martinelli del Dipartimento di Salute Mentale dell'Ausl di Piacenza: la proiezione dell'altra sera, alla presenza dell'attrice e dell'assessore Giovanni Castagnetti, ha sancito un'ulteriore e importante tappa di questo percorso e di un emozionante lavoro che forse (e vien da dire purtroppo) non ha conosciuto la diffusione che avrebbe invece meritato.
Il pregio del film infatti non si rintraccia solamente nel taglio ironico ma sentimentale della trama, in una storia avvincente e curiosa che vede protagonista una Lucia Vasini alle prese con un personaggio simile eppure profondamente distante da lei: attraverso il racconto di una vicenda intensamente femminile infatti La piccola A porta alla luce la difficile e lenta riconquista di sé e dei desideri maturata dalla protagonista. Poco importa se in effetti a parlare è lei, Antonia, donna forte ma in crisi che non riesce a liberarsi dai fantasmi del passato; poco importa se questi "spettri" prendono di volta in volta il volto della madre ingombrante con "baby fidanzato" a carico, dell'ex marito fedifrago ma pronto a investirla con i problemi generati dalla nuova compagna, dell'amica che, dopo averle rubato il compagno, è diventata una "casalinga depressa" e alla ricerca di un nuovo amore.
Quello che preme evidenziare, in questo straordinario film che sa far ridere e commuovere, è la volontà di Antonia che si riscopre pian piano come donna innanzitutto e poi anche come compagna; e non è un caso che lo faccia attraverso un'attività di teatroterapia con la compagnia Diurni e Notturni di Piacenza che viene documentata e filmata nella pellicola e appare con tutte le sue soddisfazioni ma anche difficoltà. Come attraverso il teatro i pazienti del centro di Salute Mentale sono diventati attori, allo stesso modo Antonia ha smesso di essere "la piccola A". Ed è diventata quella Lucia Vasini che da anni si impegna per dimostrare che tra matto e attore, in fondo, non c'è una grande differenza.
Betty Paraboschi