Venerdì 21 Gennaio 2011 - Libertà
«Condivisione e difesa della privacy»
Nel libro una mappa dei bisogni emotivi dei pazienti e il «desiderio di parlare»
Piacenza - Il libro Ognuno ha tante storie presentato ieri in Fondazione a Piacenza parte dalle interviste a 25 malati oncologici e a 12 familiari. «L'obiettivo - ha spiegato la psicologa ricercatrice del progetto Evelyn Uhunmwangho - era quello di costruire un quadro conoscitivo dei bisogni non specificatamente sanitari, ma più che altro di natura emotiva, pratica ed informativa sperimentati e vissuti da chi sta vivendo la malattia. Siamo quindi partiti da interviste fatte ai pazienti del day-hospital oncologico di Castelsangiovanni e presso l'hospice di Borgonovo e ai familiari presso il day-hospital di Piacenza e Castello e presso la radioterapia di Piacenza».
Durante le interviste a pazienti e familiari veniva ad esempio chiesto di percorrere la storia della propria malattia «approfondendo il proprio vissuto, il modo di porsi di fronte la malattia, il racconto di come sono cambiati rapporti e relazioni con il mondo esterno». Da tutti i racconti emerge chiaro un messaggio: il bisogno di condivisione del vissuto e della malattia, anche se per ognuno in modo proprio. «Dalle storie di alcuni malati - sottolinea la ricercatrice - si comprende il desiderio di parlare della malattia o di avere qualcuno che stia vicino».
Diversa invece la valutazione in caso venga proposto l'aiuto di volontari a domicilio. «In questo caso - ha detto ancora la psicologa che ha condotte le interviste - pensando a se stesso, spesso il malato non lo ritiene necessario, mentre i familiari pensano di poter essere autonomi. In generale si avverte l'eventuale presenza del volontario a casa come la possibile rottura di una privacy».
Nel libro presentato ieri in Fondazione si dà spazio ad ansie, paure, voglia di raccontare e desiderio di dare una dimensione di normalità a una situazione di malattia che normale non è. «Un libro - ha proseguito l'esperta - che è indirizzato a tutta la comunità, agli operatori, ai volontari e ai familiari per tentare di stimolare una riflessione attorno a questi delicati temi». Dal lavoro di rielaborazione successivo alle interviste sono diversi i punti focali emersi. Tra questi, come spiegato ieri pomeriggio, la difficoltà da parte dei malati di chiedere aiuto e al tempo stesso il bisogno loro, ma anche dei familiari, di chiedere un sostegno. Aiuto che deve essere in sinergia con i servizi che già il territorio offre.
mar mil