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Martedì 7 Dicembre 2010 - Libertà

Nel "Boccanegra" il dramma del plebeo dall'animo nobile

piacenza - Quando andò in scena la prima volta, alla Fenice di Venezia nel 1857, fu uno straordinario, innegabile fiasco. A distanza di 153 anni da allora, all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Simon Boccanegra fa centro.
Il "Corsaro all'alto scranno" ha conquistato i numerosi piacentini che l'altra sera si sono dati appuntamento all'auditorium di via Sant'Eufemia per il secondo appuntamento della rassegna di conferenze-concerto organizzata dall'associazione Amici della lirica e curata dal musicologo Giorgio Appolonia: l'iniziativa, dedicata quest'anno all'opera Simon Boccanegra ed intitolata appunto Il Corsaro all'alto scranno, ha esordito con un primo incontro durante il quale Appolonia ha analizzato il prologo per poi cedere la parola ai cantanti, che hanno riproposto il melodramma verdiano in versione quasi integrale per solisti e pianoforte.
L'altra sera al centro della conferenza è stato il primo atto, quello in cui si compiono i primi parziali "scioglimenti" della vicenda: Simon Boccanegra, corsaro poi nominato doge, riconosce in Amelia Grimaldi la figlia che era misteriosamente sparita anni prima; al riconoscimento tra i due si aggiunge anche la vicenda del tentato rapimento della donna da parte dello spasimante Paolo, maledetto pubblicamente durante una riunione nella Sala del Consiglio. Questa è in sintesi la vicenda del primo atto: a darle letteralmente voce, l'altra sera, è stato un cast di tutto rispetto capeggiato dal grande baritono Roberto Servile nei panni dell'ex corsaro protagonista. Proprio lui, nel ruolo di Boccanegra, ha messo in scena con il consueto straordinario talento e la brillante interpretazione il dramma del plebeo dall'animo nobile, provato in gioventù da un atroce dolore e ora smanioso di riscattarsi nell'amore per la figlia ritrovata.
Ma una prova decisamente convincente e da applausi è risultata anche quella del baritono Carlo Prunali, nel ruolo del perfido Paolo: Prunali ha saputo portare sul palco in modo realistico e perfetto l'ambiguità di una figura mefistofelica che in un certo senso sembra precedere quella del "malvagio" per eccellenza, lo Jago di Otello.
Non da meno comunque si sono rivelati anche gli altri interpreti di Simon Boccanegra, tutti accompagnati al pianoforte dal bravo Gian Luca Ascheri: il soprano Chiara Bisso nel ruolo dell'angelica Amelia e il tenore Alessandro Fantoni in quello dell'innamorato Adorno. I bassi Davide Baronchelli e Franco Montorsi sono stati invece protagonisti di piccoli ma deliziosi camei, ma bisognerà attendere il prossimo appuntamento, in programma venerdì 10 dicembre sempre all'auditorium di via Sant'Eufemia, per vederli esibirsi più diffusamente nel secondo e terzo atto del dramma.

Betty Paraboschi

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