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Sabato 4 Dicembre 2010 - Libertà

L'esotico dalle voci d'oro

Romanò, Chiuri, La Colla e Ruggiero: acuti raffinati

piacenza - E' obbligo etico e morale ricordare grandi artisti come il tenore Gianni Poggi (1921-89), per decenni alfiere di nobili tradizioni locali e nel ventennio 1950-'70 tra i più grandi cantanti italiani. E la Tampa Lirica in collaborazione con Fondazione di Piacenza e Vigevano, Regione Emilia Romagna, circolo "Gianni Poggi", Conservatorio Nicolini e Comune di Piacenza gli ha dedicato - ricorrendo in dicembre l'anniversario della morte - il brillante concerto L'esotico nel melodramma. Tenuto al Nicolini, come degno corollario del ciclo di incontri appunto sull'esotico nel melodramma, ha avuto come apprezzati protagonisti il mezzosoprano Annamaria Chiuri, il tenore Stefano La Colla, il soprano Paola Romanò e il baritono Paolo Ruggiero accompagnati al pianoforte dal maestro Elio Scaravella.
I concerti sono formula ideale per curiosare liberamente nella grande lirica non solo italiana e il florilegio proposto ha allietato il numeroso pubblico dei fedelissimi ma anche sensibilizzato alcuni giovani. Il fascino dell'esotico, per effetto soprattutto delle aperture romantiche del secondo '800, non contagiò solo pittori e letterati ma anche librettisti e compositori. La cultura europea del tempo trasfigurò e romanzò l'esotico, nell'immaginario collettivo considerato simbolo di voluttuosità e libertà comportamentale. Compositori come Verdi mantennero un'organica e ben strutturata visione drammaturgica, altri come Wagner inaugurarono un imponente modello teatrale-drammaturgico, altri come Bizet e Massenet inventarono l'opera-lyrique mentre gli italiani Rossini, Mascagni e soprattutto Puccini predilessero coloriture decisamente orientaleggianti.
Dopo l'introduzione di Danilo Anelli, presidente del Conservatorio, i cantanti - presentati da Carla Fontanelli, presidente della Tampa - hanno ripreso motivi più o meno conosciuti ma tutti intrisi di un'aura esotica: tra i più famosi il duetto Amonasro-Aida da Aida di Verdi con Ruggiero e Romanò, La fatal pietra… sempre da Aida con La Colla e Romanò, Dio di Giuda dal Nabucco di Verdi cantata dal baritono e Mustafà da L'italiana in Algeri di Rossini protagonista ancora il baritono. Notevoli le suggestive esecuzioni della Chiuri: Amour! Viens aider ma faiblesse e Mon coeur da Samson et Dalila di Saint-Saens, da Trovatore di Verdi Condotta ell'era in ceppi dove impersonava Azucena, poi Canzone boema da Carmen di Bizet.
Altrettanto intense le prove di Paola Romanò: dapprima Vision fugitive da Erodiade di Massenet e, in duetto con il tenore, l'aria "della piovra" da Iris di Mascagni. Tenore e baritono si sono distinti in Gran perla di sensale da Butterfly di Puccini mentre, anche per esigenze di spettacolo, la chiusura è stata affidata al tenore con Nessun dorma da Turandot di Puccini. Dunque per gran parte del concerto figure femminili drammatiche, eroine decadenti ma ancora capaci di sprigionare eccezionale carica umana grazie anche alle sentite interpretazioni di quattro artisti in splendida forma. E sullo sfondo quel ricordo di Poggi più vivo che mai.

Fabio Bianchi

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