Martedì 21 Dicembre 2010 - Libertà
La strenna della Fondazione dedicata all'antiquarium
piacenza - Oggi alle 17 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via S. Eufemia 12, si terrà la tradizionale festa degli auguri, con la presentazione della strenna, dedicata all'antiquarium recentemente allestito nella sede stessa dell'ente, l'ex chiesa di Santa Margherita, dove sarà ospitata l'iniziativa. Le immagini del piccolo museo illustrano anche il calendario 2011 che, insieme alla strenna, verrà donato a tutti gli intervenuti. A calare nell'atmosfera natalizia, contribuiranno i canti eseguiti dall'ensemble vocale Famiglia Sala di Como, specializzata in questo repertorio.
La pubblicazione L'antiquarium Santa Margherita consente di leggere la stratificata vicenda dell'edificio, a partire dalle condizioni in cui si trovava precedentemente l'avvio del recupero che - come afferma nell'introduzione Giacomo Marazzi, presidente della Fondazione - si può dire sia stato concluso proprio con l'inaugurazione dell'esposizione dei reperti venuti alla luce. Perché la storia di Santa Margherita è quella che si vede con i propri occhi, entrando nell'auditorium e nella cripta, ma è anche quella che le vicissitudini del passato hanno quasi cancellato e che riemerge appunto in resti apparentemente poco eclatanti e dunque pressoché muti, per i non specialisti, quando invece hanno tanto da raccontare.
Oltretutto, in via generale, evidenzia l'archeologa Annamaria Carini, responsabile scientifico dell'allestimento, alcuni discorsi relativi a questo isolato della Placentina romana si possono tranquillamente applicare al resto della città. Significativamente da anni in Santa Margherita si tengono, in collaborazione con l'associazione Arti e pensieri, laboratori per avvicinare i più piccoli ai concetti fondamentali della stratigrafia, alla base dei moderni scavi archeologici. Siamo infatti di fronte "all'unico caso, a Piacenza, di conservazione e valorizzazione di tracce stratificate della bimillenaria storia urbana".
Il libro passa in rassegna le tappe del restauro e dei relativi scavi (corredati da fotografie del cantiere), quindi si segue cronologicamente la vita del complesso, secondo quanto i ritrovamenti hanno consentito di stabilire. Si comincia dall'insediamento romano: nel settore occidentale dell'area insistono fondazioni orientate secondo gli assi ortogonali del primitivo castrum, ma soprattutto sono state ritrovate delle testimonianze (una porzione di pavimento in tessere di mosaico e frammenti di intonaco dipinto a motivi geometrici e floreali) di una domus della prima età imperiale (I secolo a. C. - I secolo d. C.), che subì una ristrutturazione a causa di un incendio. Vengono poi analizzati i materiali (soprattutto vasellame da mensa e da cucina), per passare alla storia della chiesa, nelle sue successive ristrutturazioni, confrontando i rilievi con i dati documentari e le osservazioni su edifici coevi.
Anna Anselmi