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Lunedì 20 Dicembre 2010 - Libertà

tre per te - Domani e mercoledì sera al Teatro Municipale lo spettacolo tratto da Iwaszkiewicz. Parla il protagonista maschile

di CHIARA MERLI
Ultimo appuntamento del 2010 con la stagione di prosa del Teatro Municipale, diretta da Diego Maj e organizzata da Teatro Gioco Vita: in scena domani e mercoledì alle 21 Le signorine di Wilko, di Jaroslaw Iwaszkiewicz, una delle figure più importanti della letteratura polacca contemporanea, nella regia di Alvis Hermanis, direttore artistico del Nuovo Teatro di Riga e recente vincitore del IX Premio Europa Nuove Realtà Teatrali, tra i più acclamati e considerati protagonisti della scena europea.
Lo spettacolo, interpretato da Laura Marinoni, Sergio Romano, Patrizia Punzo, Irene Petris, Fabrizia Sacchi, Alice Torriani e Carlotta Viscovo, è prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, Unione Europea nell'ambito del progetto Prospero, Teatro Stabile di Napoli, Nuova Scena Arena del Sole - Teatro Stabile di Bologna; l'adattamento è firmato dallo stesso Hermanis, le coreografie da Alla Sigalova, le scene da Andris Freibergs, i costumi da Gianluca Sbicca.
Le signorine di Wilko - di cui alcuni ricorderanno la versione cinematografica di Andrzej Waida, a suo tempo candidata all'Oscar come miglior film straniero - racconta di un uomo sulla quarantina, Victor, che torna nella casa natia, dove ritrova sei sorelle che già conosceva e con esse intraprende un viaggio nei ricordi.
Abbiamo chiesto a Sergio Romano - attore di solida esperienza, è stato diretto, tra gli atri, da Castri, Bosetti, Besson, Lassalle, Sciaccaluga - di raccontarci lo spettacolo, che gli ha offerto l'occasione di «lavorare con un grande regista, come Hermanis, che si pone domande e interagisce con gli attori, riferendosi a una tradizione teatrale importante per affrontare il lavoro sul teatro in modo molto contemporaneo».
Il suo personaggio è letteralmente accerchiato in scena da un universo femminile molto variegato.
«E' un universo onirico, un ritorno alle origini in cui Victor ricontatta tutte le sue "prime volte", le prime emozioni, i primi sentimenti. E lo fa in un momento della sua vita in cui c'è posto per il ripensamento: Victor è un uomo di mezza età, alla soglia della vecchiaia, che torna alla realtà dopo la seconda guerra mondiale, portando con sé dolori, delusioni, nostalgie. E' un testo che parla della nascita, della bellezza della fioritura, della prima volta di ogni cosa che noi viviamo, di quanta emozione e meravigliosa scoperta c'è, per lasciare poi il passo alla delusione: in ogni fiore che sboccia c'è già la sua decadenza».
Un altro tema centrale è quello del ricordo.
«Certo, Victor si trova a fare in conti con la propria vita, a rivivere ciò che ha fatto e a domandarsene il perché; nostalgia e malinconia sono sentimenti che sgorgano inevitabili, e sono cifre tipiche della poetica di Iwaszkiewicz. Devo dire che è merito di questa messinscena teatrale se questo testo, di un autore fondamentale nella letteratura polacca, è stato riletto criticamente e rieditato. Iwaszkiewicz, tra l'altro, amava e conosceva profondamente l'Italia e la cultura mediterranea».
Il teatro italiano lamenta sempre più spesso la carenza di una nuova drammaturgia: cosa ne pensa?
«Credo che in parte sia un luogo comune: la qualità nella nostra nuova drammaturgia c'è - penso ad autori straordinari come Renato Gabrielli, o Fausto Paravidino, ad esempio - bisogna però cercarla e valorizzarla adeguatamente».
Lei ha lavorato spesso all'estero, cosa le rimane di questa esperienza?
«Ho imparato la necessità di cercare la comunicazione, di sforzarsi per comunicare: di fatto, il teatro è comunicazione, se non è possibile comunicare tra attori non si può pensare di comunicare con il pubblico. Lavorare con persone che parlano lingue diverse e appartengono a culture diverse è una grande lezione: la necessità della comprensione è la molla per costruire legami, per conoscere e conoscersi».
Data l'eccezionale levatura degli interpreti, assolutamente da non perdere l'incontro con la Compagnia, nell'ambito del ciclo "Ditelo all'attore" coordinato da Enrico Marcotti, che si terrà mercoledì 22 alle 17.30 al Teatro Comunale dei Filodrammatici.

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