Sabato 18 Dicembre 2010 - Libertà
Le aree militari, esempi di architettura
Presentato in Fondazione il volume di Tommaso Ferrari sugli edifici piacentini
piacenza - Quali edifici, tra quelli attualmente compresi nelle aree militari, possono occupare un posto nella storia dell'architettura? E che caratteristiche contribuiscono al loro pregio? Da queste domande si è mossa la ricerca di Tommaso Ferrari, architetto piacentino, ora pubblicata nel libro L'architettura militare nelle aree militari di Piacenza (Tipleco), che è stato presentato all'auditorium della Fondazione, in via Sant'Eufemia 12, in un incontro coordinato dal giornalista Mauro Molinaroli e al quale hanno partecipato: Gian Piero Calza (Politecnico di Milano), l'assessore alla cultura Paolo Dosi, in rappresentanza del Comune, e Sandro Molinari, presidente della sezione di Piacenza dell'Unuci (Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia), che insieme alla Camera di commercio e alla Provincia hanno patrocinato la pubblicazione.
Ferrari ha evidenziato come un discrimine fondamentale sia costituito dall'unità d'Italia: «Le costruzioni anteriori a quella data spesso non erano nate con funzioni militari». È il caso del monastero benedettino di San Sisto, trasformato in caserma dopo le soppressioni degli ordini religiosi. Tra il patrimonio architettonico precedente il 1861, ci sono però pure resti di fortificazioni, come i bastioni delle mura, o altre costruzioni del periodo austriaco. «Si tratta di locali spesso adibiti a magazzini, laboratori, ricovero degli armamenti».
Il lavoro di Ferrari si è comunque concentrato soprattutto su quanto edificato dalla seconda metà dell'Ottocento in poi: «Sono emersi due filoni principali di linguaggio architettonico, uno più legato al classicismo, l'altro ai modelli propagati dalla manualistica sul bel costruire». Nel volume, gli esempi sono illustrati tramite fotografie, a confronto con architetture coeve, come lo zuccherificio di Sarmato, la scuderia dell'azienda Tadini di Gariga e l'asilo Mirra di via Campagna in città.
Particolarmente interessante il disegno di certi magazzini nell'area dell'arsenale, i cui prospetti vengono messi in relazione da Ferrari con il classicismo veneto (la Porta Nuova di Verona, di Michele Sanmicheli) e progetti canonici dell'illuminismo francese e le loro reinterpretazioni nella Milano napoleonica. Molinaroli ha osservato come il volume abbia «il pregio di porgere delle questioni», sempre più attuali, vista la dismissione all'orizzonte di alcune di queste aree.
L'assessore Dosi ha rimarcato come per secoli Piacenza sia stata «fortemente condizionata dalla presenza militare, una vocazione che influirà anche sul prossimo futuro. Sullo sfondo di questo studio c'è infatti il tema di come riutilizzare le aree militari, specie quando ospitano al loro interno edifici dotati di un valore architettonico in sé».
Anna Anselmi