Giovedì 23 Dicembre 2010 - Libertà
"Le scostumanze" di Rossi denunciano con ironia gli errati modi di comportarsi
piacenza - «Una densità di linguaggio impegnativa, ma che ripaga ampiamente l'impegno richiesto al lettore», alle prese con «un approccio nell'affrontare il genere satirico non facile da incasellare, nella sua capacità di prendere ciò che apparentemente è insignificante per renderlo meraviglioso».
Sono queste alcune delle osservazioni che l'editor Francesco Benati ha condiviso con il numeroso pubblico dell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, alla presentazione della nuova fatica letteraria di Maurizio Rossi, Le scostumanze, sorta di vademecum sui modi di comportarsi, a partire dalla denuncia di ciò che invece non andrebbe mai fatto. Il libro, edito dalla senese Le onde, onlus attiva nel recupero di disabili e giovani con un passato difficile alle spalle, è in libreria in due edizioni, dove il testo è identico, ma le copertine sono diverse. Il direttore editoriale Mattia Spanò ha spiegato il perché di questa scelta singolare. «Ci siamo rivolti a Emilio Giannelli, il vignettista satirico del Corriere della Sera, che molto generosamente ci ha donato due splendide illustrazioni acquarellate. Ci aspettavamo uno schizzo in bianco e nero, invece ci siamo trovati di fronte a due copertine straordinariamente azzeccate, talmente belle che abbiamo deciso di stamparle entrambe».
L'incontro in Fondazione si è aperto con il saluto dell'assessore alla cultura Paolo Dosi, che ha rilevato come nei racconti in forma allegorica di Rossi emerga la «ricchezza che Piacenza, pur nella sua riservatezza, esprime anche a livello letterario». Claudio Vela, docente di letteratura italiana all'università di Pavia, nella facoltà di musicologia di Cremona, ha parlato di «prosa sontuosa, sintatticamente pluriarticolata, in una parola: magnifica». Le "scostumanze" sono peccati tutto sommato veniali, del tipo di quello che Giannelli fa compiere alla Gioconda, quando in una delle copertine la vediamo intenta a perlustrarsi il naso. Il libro - ha avvertito Vela - è complesso, non si tratta di un'improvvisazione. «L'introduzione è di per sé una dichiarazione di poetica, in cui l'autore spiega cosa significhi per lui scrivere». Segue l'esposizione di varie infrazioni - dallo sbadiglio alla gestione dello starnuto, allo smaltimento abusivo della spazzatura - di cui si rendono responsabili arroganti autisti di Suv, contro i quali "combattono" l'alter ego dello scrittore e il suo amico Gerbasius, protagonista della precedente antologia di racconti Mare Padanum e di altre novelle. I due viaggiano a bordo di una vecchia Duna, oggetto "antropomorfizzato". Vela ha suggerito una doppia lettura: «La prima, lasciandosi trascinare dal ritmo, con un godimento assicurato. La seconda, facendo attenzione alle singole immagini, per arrivare a capire qualcosa di più di noi stessi e della realtà».
Rossi si è soffermato sulla genesi del libro, dedicato "a due personaggi straordinari, da poco scomparsi: Gino e Pirino: «Da loro, che hanno trascorso la vita sulla sponde del Rosello, vicino a Sariano, ho imparato la potenza espressiva della parola». Al termine, auguri in musica con l'applaudito concerto di Takayuki Kiryu e Alessandro Cremonesi (tromba) e Sara Rossi (pianoforte).
Anna Anselmi