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Giovedì 23 Dicembre 2010 - Libertà

Emozionante viaggio musicale verso il Natale

Ieri il tradizionale Concerto degli auguri della Fondazione di Piacenza e Vigevano

piacenza - Come tradizione, l'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano ieri era gremito per l'appuntamento con lo scambio degli auguri. Il presidente dell'ente di via Sant'Eufemia, Giacomo Marazzi, ha rivolto il suo personale auspicio di buone feste ai tanti intervenuti. In un momento di crisi che non ha risparmiato nessuno, la Fondazione - ha spiegato - si trova a dover far fronte a un numero di richieste di contributi in costante aumento. Giocoforza che non tutte potranno essere accolte, ha prospettato Marazzi, confidando in un 2011 comunque migliore dell'anno che ci stiamo lasciando alle spalle.
Sentimenti di fiducia e di speranza hanno attraversato anche l'applauditissimo concerto dell'ensemble vocale Famiglia Sala, che ha proposto un emozionante viaggio musicale verso il Natale, attingendo a culture diverse, cantando la gioia per il messaggio universale di salvezza espressa nei secoli in brani popolari o scritti da santi (Alfonso Maria de' Liguori, Quanno nascette ninno, antenato di Tu scendi dalle stelle), messi in musica da grandi compositori (Felix Mendelssohn, Hark! The Herald Angels Sing) o intonati dagli schiavi in cerca di un rifugio nella loro triste quotidianità di dolore (gli spiritual Go tell it on the mountain e The Virgin Mary had a baby boy). Si è ascoltato il Natale della tradizione francese, catalana, basca e inglese, oltreché naturalmente italiana, fino ai celeberrimi Silent night e White Christmas. I canti hanno ripercorso i momenti che precedono la notte santa di Betlemme, nel clima di attesa per un evento che ha cambiato il mondo. Al termine, a tutti gli intervenuti sono stati donati il calendario 2011, con le fotografie dell'Antiquarium della Fondazione e la pubblicazione (realizzata con il coordinamento editoriale di Tizian Libè e Stefania Rebecchi) dedicata al piccolo, ma interessante museo allestito nello stesso complesso di Santa Margherita. Sfogliando le pagine, prendono vita i reperti esposti nell'ex cripta e si capisce il perché delle tante peculiarità di un edificio giunto a noi dopo numerose traversie. Il restauro non solo ha consentito di aprire al pubblico un ambiente che si trovava in condizioni precarie, come attesta la documentazione fotografica (oltretutto, l'altezza della chiesa era divisa in due da un solaio, in corrispondenza dei capitelli degli archi delle cappelle), ma ha permesso il recupero di materiali sepolti da secoli, lasciando emergere una storia ricca le cui radici affondano nella Placentia romana delle origini.

a. ans.

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