Domenica 26 Giugno 2005 - Libertà
Spinoso caso della Fondazione "parallela"
Foti: "Ho le prove delle erogazioni". E Vaciago: "Gravissimo che la banca non sapesse niente"
E' sempre più incandescente il clima intorno alla Fondazione sociale della Cassa di Risparmio piacentina, nata nel 1975, mai sciolta, mai inglobata da Cariparma e Piacenza e che forse ha operato - da un certo punto in poi - non si capisce bene a che scopo e parallelamente alla Fondazione di Piacenza e Vigevano che le avrebbe persino erogato dei fondi. La difesa d'ufficio dell'ex presidente Gian Carlo Mazzocchi ("era uno strumento inattivo") ha scatenato la replica immediata dell'onorevole Tommaso Foti, autore dell'interrogazione parlamentare che ha sollevato il vespaio. "Confermo tutto e posso provarlo" sostiene Foti che intanto loda l'azione di Giacomo Marazzi, attuale presidente della Fondazione di via Sant'Eufemia, per aver dato il via ad una verifica contabile interna.
"Le parole passano, i fatti restano. La Fondazione per gli interventi sociali della Fondazione della Cassa di Risparmio di Piacenza - afferma Foti - non solo non è mai stata trasferita come dovuto alla Cassa di Risparmio di Parma, ma ha operato per alcuni anni parallelamente alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, che le ha erogato contributi in almeno quattro occasioni". Foti dice di averne le prove, tra il 1993 e il 1998. "Bene ha fatto, quindi, il presidente Marazzi a disporre - aggiunge il parlamentare di An - una verifica contabile interna per verificare i rapporti intercorsi tra le due Fondazioni, le cui risultanze auspico siano rese pubbliche". "Ho sollevato la questione, che investe la responsabilità di chi ha gestito in passato la Fondazione di Piacenza e Vigevano, unicamente per ragioni di trasparenza: ora - conclude Foti - chi sa, parli. Io l'ho fatto, avendo i relativi riscontri documentali". E Marazzi - come riferito - si era già mosso tempestivamente: "Ho preso conoscenza, immediatamente dopo la nomina di presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dell'esistenza di altra Fondazione per le attività sociali della Cassa di Risparmio e di tanto avevo dato immediata notizia al Consiglio di Amministrazione nella adunanza del 24 marzo 2005". "Con identica immediatezza - prosegue Marazzi - era stato informato il Prefetto di Piacenza e la presidenza della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, cui la Fondazione per le attività sociali della Cassa di Risparmio è riferibile". E soprattutto: "Per quanto riguarda i rapporti intercorsi tra la nostra Fondazione e la Fondazione per le attività sociali della Cassa di Risparmio, avevamo ovviamente disposto una verifica contabile". Fin qui i fatti. Le interpretazioni, si sprecano. E c'è chi si chiede come siano stati usati i frutti di quel lontano capitale sociale investito negli Anni '70 (500 milioni), bisognerebbe poter visionare bilanci, attività di quell'istituto di cui si era persa memoria e traccia. Tra i consiglieri di amministrazione della fondazione sociale figurano nomi di peso: dai giuristi Mario Casella e Pietro Nuvolone, al chirurgo Luigi Donati, allo studioso di informatica Giovanni Degli Antoni, all'economista ed ex sindaco Giacomo Vaciago. E proprio quest'ultimo interviene nella querelle: "E' gravissimo che una banca scopra per caso, dieci anni dopo, che aveva una fondazione che lavorava e nessuno lo sapeva. Come è stato possibile che la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza avesse una sua Fondazione, dava dei soldi, venivano spesi, dieci anni fa, e nessuno se ne è accorto? Se ne sono accorti, se ho capito bene, con il cambio da Mazzocchi a Marazzi alla guida di un'altra Fondazione. E' davvero molto preoccupante una banca che perde pezzi. Mi stupisce che l'onorevole Foti abbia fatto interrogazioni a mezzo Governo, a ministri che non c'entrano, la questione è da sottoporre alla Banca d'Italia, che esercita la vigilanza e forse addirittura alla Procura della Repubblica" rincara Vaciago. Ma, infine, chi controllava i conti? "Io sono stato per un periodo consigliere, forse per due mandati di tre anni ciascuno - si limita ad osservare Vaciago - ci sono stati vari consigli che scadevano e venivano rinnovati, ma quando fui eletto sindaco nel '94 mi sono dimesso da tutte le cariche per evitare conflitti di interessi, peraltro non penso che si possa rimanere un tempo indeterminato in un cda, se non vieni rinnovato, scadi".
pat.sof.