Lunedì 10 Gennaio 2011 - Libertà
La Famiglia Piasinteina ha salutato l'arrivo del nuovo anno con un nuovo appuntamento della rassegna dialettate dedicata alla memoria di Sandro Sartori
piacenza - "Adess sì c'la vegna bela". Adesso sì che viene il bello, con la compagnia teatrale Quatar e quatr'ott di San Giorgio. Sono stati gli attori del gruppo i protagonisti dell'appuntamento dialettale con cui la Famiglia Piasinteina ha salutato l'inizio del nuovo anno: all'interno della rassegna dedicata alla memoria del grande Sandro Sartori, i Quatar e quatr'ott hanno presentato un testo "sui generis": non la solita ed esilarante commedia firmata da Egidio Carella, ma un testo brillante e originale di Brandon Thomas.
Da lì è partita l'ispirazione di Carlo Capra che lo ha tradotto e lo ha riaggiornato: il risultato è stato La zia ad Carlo ed è andato in scena con straordinario successo l'altra sera al Teatro President proprio nell'ambito della rassegna dialettale curata dalla Famiglia Piasinteina con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della Provincia di Piacenza.
Due coppie di innamorati, un vecchio brontolone che vuole impedire il matrimonio e un amico brillante che per risolvere i guai si traveste adddirittura da vecchia zia: sono questi gli ingredienti della commedia diretta da Mauro Groppi che, nel corso di tre atti, ha saputo far ridere e stupire. Certo il talento della compagnia non va sottovalutato: il perfetto e ben calibrato equilibrio tra verve giovane e furbizia più "d'antan" costituisce una delle caratteristiche vincenti dei Quatar e quatr'ott.
E così al personaggio del maggiordomo arguto e fedele Battista a cui ha dato voce il bravo Giampiero Cellini (con la spalla brillante di Nicolas Balestrieri) ha fatto da contraltare il giovane innamorato Gianni Cirri (apparentemente sciocco ma pronto a farsi furbo per difendere il suo sentimento verso l'amata metà) interpretato da un brillante Andrea Ferrari: attorno a lui e all'amico Carlo Sechi (bravo l'attore che gli ha dato voce, Gianluca Cieri), si costituiscono le basi per l'inganno, il complotto malizioso ma non crudele che alla fine va a colpire tutti i personaggi, senza risparmiarne nessuno.
Non risparmia certo Stefano Cucci (a cui ha dato voce un esilarante Osiride Maiavacca), il vecchio zio sciocco che ha in mano i patrimoni e i destini (matrimoniali) delle innamorate dei due amici, Emi Cucci e Kitti Verdini (interpretate rispettivamente dalle brave Martina Magistrali e Laura Marengoni); non risparmia il padrone di casa, quel Francesco Cirri (straordinario l'attore che lo ha interpretato, Roberto Cammi) continuamente combattuto fra l'affetto per il figlio e le miserie che non gli impediscono comunque di pagargli tutti i debiti; non risparmia la vera "zia ad Carlo", quella donna Lucia (brava Maura Pagliughi che le ha dato voce) "esempio fulgido di tutta l'America Latina" che si ritrova privata dell'identità ma alla fine con un marito nuovo di zecca.
Eppure a non essere risparmiato dall'inganno è proprio colui che lo perpetra: quel Rigo Baldi scanzonato al punto da vestire i panni della zia "proveniente dal Brasile, il paese delle noccioline americane", combinare guai per sé e risolvere quelli altrui, salvo poi ritrovarsi anche lui tra le braccia dell'amore di sempre, l'ereditiera Ele De Luca (Carolina Fiorani). A lui, a Rigo Baldi ma soprattutto al bravissimo Amerigo Arena che lo ha interpretato, sono andati gli applausi del numeroso pubblico che al nuovo appuntamento della rassegna della Famiglia Piasinteina non ha voluto proprio mancare. E poco importa se alla fine della commedia tutti sono stati un po' ingannati; l'importante è che le promesse siano state rispettate e che finalmente si possa dire che "il bello è venuto per davvero".
Betty Paraboschi