Giovedì 2 Dicembre 2010 - Libertà
Tanti capolavori per gli occhi di tutti
Inaugurato ieri in una sala della Galleria Alberoni l'allestimento della collezione Mazzolini che finalmente trova casa. I preziosi 872 quadri e le 27 sculture verranno esposte a rotazione
piacenza - Con la benedizione impartita dal vescovo, monsignor Gianni Ambrosio, ieri alla Galleria Alberoni è stata inaugurata la sala delle opere del lascito di Rosa Mazzolini. Per motivi di spazio, gli 872 quadri e le 27 sculture verranno esposti a rotazione, attorno a un nucleo costituito dalla terracotta con decorazioni di Emilio Scanavino, dal Cristo sulla croce, in ceramica, di Lucio Fontana e dai dipinti: Opera astratta di Piero Manzoni, I bersaglieri di Mario Sironi, Gladiatori di Giorgio De Chirico, Fiori di Filippo De Pisis (1939) e Concetto spaziale di Lucio Fontana (1956). La prima mostra, che resterà visitabile per circa quattro mesi negli stessi orari di apertura della Galleria Alberoni, comprende ulteriori opere di: De Pisis, Han Arp, Pompeo Borra, Massimo Campigli, Carlo Carrà, Ottone Rosai, Achille Funi, Arnaldo Carpanetti, Raffaele De Grada, Sonia Delaunay. I prossimi appuntamenti saranno dedicati agli artisti gravitanti attorno alla galleria Il Milione e al gruppo di "Corrente", con lavori anche del piacentino Bruno Cassinari.
L'incontro di ieri, oltre a tracciare un bilancio di quanto finora svolto dalla Fondazione santi Antonino e Colombano, alla quale è affidata la gestione della donazione, ha evidenziato le prospettive concrete che, pur in momenti di tagli e di crisi, una corretta valorizzazione dei beni culturali può offrire. Don Giuseppe Lusignani, che insieme a Renzo Capra, presidente, monsignor Lino Ferrari, Luciano Gobbi e Angelo Mazzoni, fa parte del consiglio della Fondazione santi Antonino e Colombano, ha ricordato come l'arte «sia capace di comunicare al cuore degli uomini più di quanto si possa pensare», diventando così uno strumento privilegiato per «aprirsi a una dimensione altra». Concetti ribaditi dal vescovo che ha sottolineato come il gesto di benedizione che è stato rivolto alle persone e alle opere d'arte dia «sostanza alla nostra vita, energia al nostro cammino». Monsignor Ambrosio ha quindi invitato a vedere l'arte come «una finestra aperta, da cui ci si può ossigenare, cogliere la luce che viene da fuori e guardare verso l'alto». Renzo Capra ha rievocato i passi compiuti dalla Fondazione di cui è alla guida, che ha curato: la stima asseverata dei 400 quadri cedibili e poi dell'intera raccolta, «che abbiamo mantenuta integra», la redazione di un catalogo con foto a colori di ciascuna opera, l'organizzazione della mostra a Palazzo Farnese (con sezioni collaterali a Bobbio e a Castellarquato) con cui la donazione è stata presentata alla città, il supporto alle esposizioni tenutesi a Rieti, Ravenna, Teramo, Brindisi e nel Lodigiano. Da domani, quattro De Chirico saranno in mostra a Trieste nelle Scuderie del castello di Miramare. Ringraziamenti sono andati da don Lusignani alla presidente dell'Opera Pia Alberoni, Anna Braghieri, per «non aver mai fatto mancare la sua collaborazione», fino alla decisione di mettere a disposizione uno scrigno come la Galleria Alberoni per l'esposizione permanente del lascito Mazzolini. Braghieri, a sua volta, ha portato all'attenzione la generosità della donatrice Rosa Mazzolini, l'amore per l'arte dei medici milanesi Simonetti, ai quali si deve la nascita della raccolta, auspicando che ora, nel dialogo tra il passato e la contemporaneità reso possibile dalla collocazione della collezione, l'arte possa esplicare anche una funzione educativa. È seguita una tavola rotonda su Arte, cultura, società. Quali risorse dall'impegno privato? , con la partecipazione di: Alessia Mariotti, ricercatrice di geografia economica alla facoltà di economia dell'università di Bologna, sede di Rimini, che ha parlato del contributo fattivo che i beni culturali possono fornire al territorio, grazie al turismo e alle ricadute positive degli investimenti scaturite dalla stimolazione di comportamenti protattivi; Marco Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima, e Andrea Prandi, direttore comunicazione di Edison, che si è soffermato sull'importanza dell'intervento dei privati specie in periodi in cui le risorse per la cultura sono sempre più limitate. «Noi riceviamo tantissime richieste» ha premesso Prandi, per selezionare le quali «è indispensabile fissare criteri». Edison, main sponsor della prima della Scala di Milano (teatro che illumina da oltre un secolo), tiene conto «del legame con il territorio in cui è attiva, del settore di appartenenza (energia o ambiente) delle proposte, del coinvolgimento dei dipendenti». Nel pubblico, anche gli assessori alla cultura Maurizio Parma (Provincia) e Paolo Dosi (Comune) e il presidente della Camera di commercio, Giuseppe Parenti.
Anna Anselmi