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Giovedì 25 Novembre 2010 - Libertà

Il volume è anche il frutto della nuova casa editrice "Grantorino libri": omaggio a Eastwood e iniziativa a favore dell'Hagar International Foundation

piacenza - Sette riflessioni al mese, dal dicembre 2009 al novembre 2010, per raccontare l'Italia e il mondo di oggi con lo sguardo affettuoso e disincantato di un imprenditore dai notevoli successi e dalle tante esperienze alle spalle, ora impegnato nella sfida, altrettanto non facile, di consegnare alla più giovane generazione, quella dei suoi nipoti, una sorta di bussola per orientarsi nell'attuale "mondo complesso", travolto dai crack bancari, alla ricerca perenne di un exit strategy salvifica, in balia di super manager che autoalimentano la loro immagine grazie a media compiacenti. Ma il libro Oscene parole di Riccardo Ruggeri è anche il frutto della nuova avventura di colui che è stato, per oltre vent'anni, amministratore delegato di importanti aziende in Italia, negli Usa e nel Regno Unito. Ruggeri infatti è sia autore che editore di Oscene parole, titolo di esordio di "Grantorino libri", casa editrice sui generis al debutto sul mercato. Il progetto è stato illustrato l'altra sera all'auditorium Santa Margherita dallo stesso imprenditore torinese, intervenuto alla presentazione di Parole oscene insieme a Giacomo Marazzi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Pierluigi Magnaschi, direttore di Italia oggi, e Gaetano Rizzuto, direttore di Libertà, che ha coordinato l'incontro.
"Grantorino libri" è un omaggio, come esplicita il logo color granata, alla passione calcistica di Ruggeri (che traspare qua e là nei capitoli di Oscene parole), un richiamo al film di Clint Eastwood e un'iniziativa benefica concreta, a favore dell'associazione Hagar International Foundation, creata nel 1994 dallo svizzero Pierre Tami e «impegnata a restituire speranza e dignità a donne e bambini». Ruggeri ha spiegato di aver voluto aumentare la somma che annualmente devolveva al sodalizio, dirottandola nell'investimento su un'attività imprenditoriale dalla quale trarre gli utili da girare poi a Hagar. «Ho preso in considerazione vari settori». La scelta è caduta sull'editoria, «il più difficile in assoluto, perché totalmente dominato da 4-5 gruppi». Ruggeri si è assunto i costi vivi della pubblicazione, coinvolgendo nella redazione, nell'opera di consulenza e nella distribuzione alcuni amici, disposti a collaborare senza percepire nessun compenso. Referente di zona per Piacenza è Giacomo Marazzi, che è stato amministratore delegato dell'Astra, al tempo della presidenza di Ruggeri. A cinque giorni dall'uscita del libro, la scommessa è già andata a buon fine. Con la serata piacentina - ha constatato Ruggeri - è stato superato il punto di pareggio rispetto all'assegno che destinava in beneficenza, raggiungendo così il duplice scopo di aiutare gli scopi umanitari dell'organizzazione di Tami («persona che stimo anche perché non è mai andato in televisione») e di far partecipi i lettori di una visione meditata e controcorrente che chiama in causa consolidate e universalmente riconosciute gerarchie di potere e i meccanismi della sua trasmissione. Nel libro, accompagnato dalla prefazione di Oscar Giannino, vengono messi sotto accusa i due secoli di dominio dell'«establishment euro dollaro», che Ruggeri vede ormai al capolinea, mentre la Cina sta scaldando i muscoli. Se il tono, divertito e ironico, si mantiene su un registro affabile e confidenziale, la materia affrontata abbraccia i temi dei processi decisionali che ci sovrastano, delle manipolazioni ideologiche che si subiscono spesso inconsapevolmente. Magnaschi ha paragonato la scrittura priva di pregiudizi di Ruggeri a uno spillo «a contatto con il quale, le camere d'aria compiaciute della loro rotondità esplodono».
È la vecchia parabola del "re nudo", che le pagine di Ruggeri applicano alla subalterna adorazione nutrita in Italia per i metodi e le ricerche di stampo anglosassone, che giudica inesauribili fucine di quelle "oscene parole" capaci di influenzare fortemente il nostro modo di essere e alle quali oppone, argomentando, il bisogno di una ritrovata consapevolezza delle effettive implicazioni di certe sbandierate teorie, tanto ben pubblicizzate, quanto vacue e pericolose. «Per difenderci, dobbiamo imparare a decifrare le parole, capire cosa ci sta dietro» evidenzia Ruggeri. Tra gli esempi: l'adagio sulla «complessità crescente del mondo in cui viviamo», frutto della corsa «a grandissimi obiettivi, che ci siamo dati da un trentennio e che non ci possiamo permettere, per mancanza di risorse». La gestione avviene quindi aprendo una voragine di debiti, «che graveranno sulle spalle dei nostri nipoti».

Anna Anselmi

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