Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Sabato 27 Novembre 2010 - Libertà

Inkinen e Lucchesini, coppia d'oro

Via alla Concertistica lunedì col direttore, la "Toscanini" e il pianista

Pietari Inkinen, giovane bacchetta finlandese, lunedì 29 novembre alle ore 20.30 inaugura al Teatro Municipale di Piacenza, la stagione concertistica 20010-2011, la prima della Fondazione Teatri. Alla guida della Filarmonica Arturo Toscanini, interpreterà un programma tutto beethoveniano con brani conosciuti e molto amati: la Sinfonia n. 7 in la maggiore ed il Concerto n. 5 Imperatore in mi bemolle maggiore con Andrea Lucchesini solista al pianoforte.
Nato nel 1965 si è formato alla scuola di Maria Tipo imponendosi all'attenzione internazionale nel 1983 con la vittoria al Concorso "Dino Ciani". Da allora Lucchesini ha suonato con le più prestigiose orchestre, collaborando con i più celebri direttori. Nel 1994 ha ricevuto il Premio "Accademia Chigiana", cui si è aggiunto, nel 1995, il Premio Abbiati. A Lucchesini il compito di eseguire il Concerto Imperatore questo brano, decisamente insidioso quanto affascinante. Composto nel 1809, è il più imponente fra i concerti scritti dal genio di Bonn, restando un modello intangibile di perfezione. Presenta momenti nei quali il pianoforte è protagonista con arpeggi, scale in una sorta di duello con l'orchestra, ed altri nei quali si alternano parentesi liriche, tratti di virtuosismo e passaggi di sospesa astrazione.
La denominazione "Imperatore" evoca probabilmente l'enfasi eroica che lo caratterizza, del resto rappresentata anche dalla tonalità di mi bemolle maggiore, ma anche la dedica all'arciduca Rodolfo d'Austria, ultimo figlio dell'imperatore Leopoldo II, legato a Beethoven da amicizia e devota ammirazione. Eseguito per la prima volta il 28 novembre 1811, è inquadrata nella programmatica solennità di mi bemolle maggiore; formalmente, la grande novità è l'abolizione delle cadenze improvvisate dal solista al momento dell'esecuzione: esse vengono incorporate fin dall'esordio nella logica costruttiva e scritte per intero dal compositore che mette così fine alla pratica secolare.
Se da un lato il Concerto Imperatore costituisce un prototipo di scrittura musicale per il solista e l'orchestra, Beethoven, con la Sinfonia n. 7, inizia un nuovo capitolo della sua vita; fin dall'ascolto del primo tempo, con la melodia dirompente e straripante, si rimane travolti dalla grandezza del genio che anche se è costretto all'isolamento dalla vita pubblica, a causa della sua sordità che gli porta una grande sofferenza per l'incomunicabilità di parola tra se e gli altri, riesce a sfoggiare in un momento così critico una grandezza interna, un genio che conferma la bellezza umana, impareggiabile. Richard Wagner nella sua "L'Oopera d'arte dell'avvenire" così scrisse di questa sinfonia: "La sinfonia è l'apoteosi della danza: è la danza nella sua suprema essenza, la più beata attuazione del movimento del corpo quasi idealmente concentrato nei suoni. Beethoven nella sue opere ha portato nella musica il corpo, attuando la fusione tra corpo e mente".
All'interesse per il programma si unisce quello di ascoltare Pietari Inkinen direttore che aveva chiuso brillantemente la stagione concertistica scorsa. Direttore Musicale dell'Orchestra Sinfonica della Nuova Zelanda, Inkinen ha iniziato a studiare direzione d'orchestra con il celeberrimo Jorma Panula a 14 anni e ha poi proseguito i suoi studi con Leif Segerstam e Atso Almila al Corso di Direzione dell'Accademia Sibelius. Oggi è tra i principali talenti della nuova generazione di direttori d'orchestra ed inoltre è un apprezzato violinista.

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio