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Lunedì 29 Novembre 2010 - Libertà

Amici della Lirica: nei segreti del Boccanegra

Primo incontro del ciclo dedicato all'opera verdiana. Servile e giovani voci: successo

piacenza - L'Italia è la patria della lirica, Piacenza poi ha sempre avuto notevole feeling con la musica classica, in particolare con il "piacentino" (vecchia sotira la rivalità con i cugini parmensi) Giuseppe Verdi. E proporre, da parte degli Amici della Lirica, conferenze-concerti su Simon Boccanegra significa riscoprire un'opera verdiana non particolarmente conosciuta.
All'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano gli organizzatori, grazie soprattutto alla partecipazione straordinaria del baritono Roberto Servile, intendono infatti ripercorrerne nei tre appuntamenti di Il corsaro all'alto scranno le arie più significative. L'altra sera nel primo appuntamento, oltre al famoso baritono nel ruolo principale, come sempre impeccabile, si sono alternati il soprano Chiara Bisso, il basso piacentino Davide Baronchelli, il tenore Alessandro Fantoni, il baritono Carlo Prunali e il basso Franco Montorsi accompagnati al pianoforte da Gian Luca Aschieri. Esecuzioni per tutti di pregevolissimo taglio e di particolare sensibilità nonostante fosse solo un concerto e mancasse quindi la prospettiva scenica che dà smalto e carica.
Per Giancarlo Pedrazzini, vice presidente degli Amici della Lirica, «punto di forza di questo ciclo è Servile. E tutto il cast - a parte Baronchelli - ha studiato con lui. E' un'opera matura, bella, difficile da seguire il Boccanegra - ha aggiunto - complessa da allestire. Da noi da tempo non viene eseguita. Stasera è un florilegio».
Nell'esauriente commento dello studioso Giorgio Appolonia il pubblico ha allora potuto comprendere le specificità in un'interessante formula espositiva. La conferenza-concerto permette infatti di seguire l'evoluzione di un'opera - in quel caso prologo e parte del primo atto - nel tempo circondata da pregiudizi, compresa solo dalla Verdi Renaissance tedesca degli anni 1920-30.
«Boccanegra - secondo Appolonia - non è nato bene, non ha avuto riscatto totale. Tanti musicologi hanno sbagliato attribuendo le colpe a tinte grigie, monotone. Non hanno però visto l'edizione originale che alterna motivi profondi. Stasera è la versione matura (1881). Carenze in soprano e tenore si vedevano di più in ambito romantico. L'insuccesso rimase però dentro a Verdi».
L'esordio a Venezia nel 1857 non fu felice ma Verdi si riscattò nel 1881 alla Scala dopo l'espunzione operata da Arrigo Boito sul testo originale di Francesco Maria Piave. I personaggi non sono mai assurti a modelli canonici nella lirica italiana ma, conservando un fondo di verità storica, sono oltremodo coinvolgenti: Boccanegra, da pirata a primo Doge di Genova, figlia segreta, matrimonio contestato, epilogo tragico per qualcuno e rinascita spirituale per altri … «La cantante - secondo Appolonia - è impegnata su due fronti: da un lato personaggi drammatici, dall'altro risente però della tradizione belcantistica. Aschieri ha descritto benissimo il clima notturno di Genova». Prossimo incontro 3 dicembre, ore 21, all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Fabio Bianchi

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