Mercoledì 24 Novembre 2010 - Libertà
Ciclo di conferenze-concerto sul "Boccanegra" di Verdi
piacenza - Gli Amici della Lirica, in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano organizzano all'Auditorium della Fondazione, in via Sant'Eufemia, un ciclo di tre conferenze-concerto sull'opera Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi. Il primo incontro è in programma domani sera, il secondo venerdì 3 dicembre e il conclusivo venerdì 10, sempre con inizio alle ore 21. Relatore sarà il professor Giorgio Appolonia. Gli incontri avranno come ospite speciale il baritono Roberto Servile che negli appuntamenti sarà nel ruolo di Simone. Accanto a lui una rosa di motivatissimi e preziosi interpreti: il soprano Chiara Bisso (Amelia), il basso Davide Baronchelli (Fiesco), il tenore Alessandro Fantoni (Adorno), il baritono Carlo Prunali (Paolo) e il basso Fabio Montorsi (Pietro). Al pianoforte il maestro Gianluca Ascheri.
Da''Epistolario di Giuseppe Verdi appare chiara l'eisgenza di porre in musica la vicenda di questo misconosciuto doge genovese, protagonista di un oscuro dramma privato sullo sfondo di una guerra civile nel XIV secolo. Il corsaro Simon Boccanegra riesce infatti a guadagnare il trono dogale grazie all'appoggio di un sostenitore (Paolo Albiani) ma alla fine di una vita funestata da lotte intestine e tragici eventi (la morte della nobildonna segretamente amata, appartenente a una famiglia patrizia a lui politicamente avversa, nonché la scomparsa della figlia) muore avvelenato da quello stesso "amico". Rappresentata in prima assoluta alla Fenice di Venezia nel 1857 l'opera non ebbe successo. Verdi riprese in mano la partitura per la Scala di Milano dove andò in scena il 24 marzo 1881. Grazie allo sforzo letterario di Arrigo Boito il libretto, stilato in origine con mano poco felice da Francesco Maria Piave, prese forma migliore cosicché, nonostante molti punti della vicenda rimangano oscuri o complicati da omonimie insistite, l'opera ebbe successo.
Ciononostante non si sarebbe inserita stabilmente nel repertorio fino alla ripresa scaligera del 7 dicembre 1971 dove, a fianco della bacchetta magica di Claudio Abbado, il compianto Giorgio Strehler fornì l'indicazione per una rivoluzione della messinscena operistica, creando uno spettacolo suggestivo, elegante e, per certi versi, minimalista, che ha fatto il giro del mondo.
r. s.