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Venerdì 19 Novembre 2010 - Libertà

Antiquarium della Fondazione, visite guidate

Il passato di Santa Margherita sarà raccontato dagli operatori di Arti e Pensieri

di ANNA ANSELMI
Una domus romana, la sede di una fornace, tre chiese medievali con annesse cripte, quindi una chiesa barocca e oggi l'auditorium: nei suoi duemila anni di storia, il complesso di Santa Margherita, nel cuore del centro storico piacentino, ha avuto tante vite, che adesso l'Antiquarium recentemente inaugurato permette di ripercorrere tramite pannelli didascalici e i reperti più significativi venuti alla luce durante il lungo cantiere di recupero che vent'anni fa ha consegnato alla cittadinanza il frequentato teatro di conferenze e convegni, di proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Il passato di Santa Margherita è complicato, ma a renderlo unico è proprio «la possibilità di vedere a occhio nudo la stratigrafia dei diversi edifici, sorti l'uno sull'altro» evidenzia l'archeologa Micaela Bertuzzi, presidente dell'associazione Arti e Pensieri, che ha collaborato al coordinamento organizzativo e ai restauri dei manufatti dell'Antiquarium. Emerge così «la continuità insediativa, eccezionalmente ancora visibile, in uno stesso luogo». Per capire meglio la genesi di Santa Margherita, la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha promosso e sponsorizzato due visite guidate, condotte da Arti e Pensieri, sotto la supervisione di Annamaria Carini, funzionario archeologo dei Musei Civici di Palazzo Farnese, alla quale si deve anche il progetto scientifico dell'Antiquarium e, insieme alla ditta Pentagono di Bologna, l'allestimento. L'appuntamento è fissato giovedì 25 novembre alle ore 16 e verrà ripetuto venerdì 10 dicembre sempre alle ore 16. La partecipazione è gratuita, ma è obbligatorio prenotare (telefonando al numero: 333-6738327 oppure inviando una mail all'indirizzo: artiepensieri@virgilio. it). Le iscrizioni si chiuderanno al raggiungimento del numero massimo di iscritti (20 persone a incontro).
L'itinerario si inoltrerà al piano interrato, per osservare da vicino le vetrine con i materiali romani (vasellame da mensa in pregiata ceramica a vernice nera, con esemplari decorati a stampiglia, e il più grezzo vasellame da fuoco e da dispensa; le anfore da olio e da vino, con i bolli di fabbrica); si avvicinerà alle tombe tardoantiche o altomedievali («la mancanza dei corredi rende difficile una datazione più precisa»), per approdare nella cripta, le cui colonne sono un esempio di riuso nel medioevo di manufatti romani. «Gli studi di Dario Gallina sulla stratigrafia muraria di Santa Margherita hanno portato alla conclusione che la cripta attuale, del X-XI secolo, è sorta su una precedente, dell'VIII-IX secolo, di cui si conservano parti di muratura». In questa zona sono esposti rari frammenti di mosaico e di pareti affrescate della domus. Si giunge quindi verso quello che era l'ingresso della chiesa, dove sopravvivono la scalinata (parzialmente originale) e i muri tagliati con altarini e affreschi della chiesa del XII secolo, per salire poi nell'ambiente barocco dell'auditorium, dove dal pavimento di una cappella si ha una veduta dall'alto della fornace ed è stata ricomposta una lapide celebrativa del nobile benefattore Carlo Novati, ritrovata in pezzi nel materiale di riempimento dello stesso forno.

Anna Anselmi

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