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Sabato 20 Novembre 2010 - Libertà

Il futuro è nella casa a basso costo

In altri Paesi si fa edilizia sociale in tutte le aree di trasformazione. Fondazione Lo studio del Cresme e del Politecnico. «A Parma un piano da 1050 alloggi»

Ci possono essere stili diversi nel rispondere ai nuovi bisogni abitativi, ma c'è una molla comune nell'edilizia residenziale sociale: operare con moduli industriali a basso costo e di alta qualità costruttiva. Dalla Germania alla Francia, all'Inghilterra, i Paesi europei tendono a riservare a questi alloggi destinati a fasce economicamente deboli o meno abbienti (giovani coppie, studenti, anziani, stranieri) delle quantità precise di edificazione dentro tutte le aree di trasformazione urbana. Non ci sono più aree da destinare? Spesso è così, ma là dove si rigenerano quartieri degradati o dove si dà attuazione ai piani regolatori, ecco che dovrebbero sempre scattare anche le "quote" sociali.
Di questo e di tanto altro si è parlato ieri in Fondazione di Piacenza e Vigevano durante la presentazione di uno studio - durato un anno - affidato a Cresme Ricerche e al Politecnico di Milano, sede di Piacenza, per riflettere sull'edilizia sociale in Italia e in Europa e per analizzare i migliori sistemi costruttivi industrializzati.
A questa presentazione, tenuta da Marco Albini (Politecnico) e da Lorenzo Bellicini (Cresme), hanno partecipato amministratori locali, esponenti del mondo edile, costruttori, immobiliaristi, cooperazione.
E nell'aprire la giornata di studi il presidente della Fondaziono, Giacomo Marazzi, ha confermato che l'istituto di via Sant'Eufemia entrerà nella società di gestione (sgr) dei fondi insieme a sei Fondazioni regionali e alla Cassa Depositi e Prestiti, per finanziare progetti (il primo sarà con ogni probabilità non una costruzione ex novo ma il recupero del San Vincenzo, come già annunciato, a favore di studenti). Mentre il consigliere della Fondazione Augusto Rizzi, che in quanto delegato all'innovazione ha promosso la ricerca, sottolinea come in Europa su questo tema si vada all'appalto integrale per avere tempi, costi e qualità certe. Il recupero? E' più costoso rispetto al costruire da nuovo. Inoltre Rizzi, all'edilizia residenziale sociale privata accosta come termine necessario e complementare quella collettiva: scuole, asili, ricoveri per anziani.
Il quadro fornito da Cresme ha analizzato l'andamento dell'economia, il boom demografico delle nuove famiglie e con un senso prospettico sulla crescita degli stranieri (il 33 per cento della popolazione nel 2018). In un Paese in cui l'80 per cento degli abitanti ha una casa di proprietà, il primo tema resta tuttavia una quantificazione esatta del bisogno attuale. Ci sono oltre 9 miliardi di fondi per rilanciare il tema-casa, ma i progetti sono ancora pochi. Esemplare invece il caso di Parma, dove un partenariato pubblico-privato sta facendo decollare un piano da 1050 alloggi. Ed è proprio a Parma che sembrano guardare le forze produttive locali.
Dallo sguardo europeo ora si tratta di calare sul piano territoriale una valutazione del fabbisogno di abitazioni. E l'incontro in Fondazione ha avuto proprio questo sapore: offrire strumenti, bussole operative agli amministratori e agli operatori per arrivare ad una pianificazione in grado di tener conto di una domanda che localmente però non ha ancora un profilo certo.

Patrizia Soffientini patrizia.soffientini@liberta.it

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