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Domenica 21 Novembre 2010 - Libertà

S.Pietro, il campanile torna all'antico

Lavori finiti per Natale. Don Lusignani: «Il restauro è un esempio da seguire». Il convegno La torre sarà color sabbia dorata e pietra arenaria. Per le malte utilizzati i materiali del Po

Da gigante ferito a gigante ritrovato. La torre campanaria di San Pietro uscirà dalla sua "tunica bianca" che ha nascosto, di volta in volta, rocciatori, restauratori, architetti, sacerdoti e, per Natale, tornerà al suo antico splendore. La conferma arriva dal convegno che ha messo sotto la lente il cantiere del campanile proclamandolo esempio principe di come si recupera uno spazio sacro.
«Si sta intervenendo sull'ultimo dei campanili della città che richiede di essere restaurato - osserva don Giuseppe Lusignani, responsabile dell'Ufficio beni culturali della diocesi di Piacenza-Bobbio -. Ci sembrava l'occasione, visto la complessità del cantiere, di metterlo all'attenzione degli studiosi e di chi si occupa di un discorso più ampio anche in ambito ecclesiastico». «La fruibilità di questi beni - evidenzia don Lusignani - va al di là della posizione di ciascuno di noi nei confronti della fede. Sono beni che possono avere una valenza grande dal punto di vista civico e ci restituiscono la possibilità di sentirci cittadini. Ancora di più diventa importante per chi crede il quale può trovare un proprio punto di riferimento». «Al restauro ha partecipato tutta una comunità - prosegue -: la parrocchia, la diocesi con l'8 per mille, la Fondazione di Piacenza e Vigevano. E' la comunità che partecipa nella logica della gratuità senza ridurre i beni culturali a mero investimento». Si lavora alacremente per rispettare i tempi. «Speriamo di terminare entro Natale - dice Manuel Ferrari, l'architetto che dal 2005 collabora con la diocesi -, anche per evitare che gli intonaci possano avere problemi con il gelo. Il colore di fondo sarà sabbia dorata mentre per le altre parti vi sarà una variazione di toni che vanno verso il color terra d'ombra, pietra arenaria. I materiali sono di primissimo livello: da malte di calce indrauliche con massimo grado di purezza e le sabbie del Po, anche queste vagliate e selezionate per raggiungere la vitalità cromatica che a noi interessava». «Siamo giunti a tre quarti degli intonaci - fa sapere - stiamo facendo una verifica completa della lattonerie, alcune sono già state sostituite. Ci resta praticamente solo l'adeguamento dell'impianto parafulmini e poi il cantiere è terminato». Tra gli interventi al convegno suggestivo quello dell'architetto Marcello Spigaroli: «Il campanile di San Pietro si colloca al termine di un asse visivo che lo intercetta dalla via Emilia. Dal punto di vista urbanistico la sua funzione è esattamente quella di incardinamento di un asse oltre naturalmente all'elemento di tramite verso il cielo». L'exursus storico è stato tracciato invece dalla professoressa Valeria Poli. Altri relatori il maestro Gilberto Quarneti, il professor Paolo Gasparoli. L'architetto Benito Dodi e il professor Francesco Mastrantonio hanno portato il saluto dell'Ordine e della parrocchia.

Federico Frighi

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