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Mercoledì 3 Novembre 2010 - Libertà

«Parlare di salute mentale senza pregiudizi»

Lo psichiatra De Stefani racconta come sono nate due esperienze straordinarie

piacenza - La traversata dell'Atlantico sulle rotte di Colombo, ma anche il viaggio Venezia-Pechino sulle orme di Marco Polo. Sono straordinarie le imprese organizzate dallo psichiatra Renzo De Stefani, insieme agli utenti, ai familiari, agli operatori del Servizio di Salute mentale di Trento, che lui dirige e con il quale fa scuola in tutto il mondo, proponendo un nuovo approccio alla malattia psichiatrica. «L'abbiamo chiamato modello del Fareassieme - ci spiega -. Significa credere che tutti abbiamo risorse. Significa vedere in ogni persona (familiare, utente, operatore) un portatore di competenze specifiche che, messe in comune, rappresentano una formidabile arma contro la malattia e per la condivisione dei percorsi di cura».
Significa anche accorgersi che, in fondo, tutti siamo "sulla stessa barca", combattendo così lo stigma, l'isolamento, i pregiudizi contro le persone con problemi mentali. «L'onda del Fareassieme - aggiunge De Stefani - è un'occasione per parlare della salute mentale con positività e ottimismo, per togliere spazio allo stereotipo che è nell'immaginario di tanti, ovvero matto uguale pericoloso. Per questo abbiamo cominciato con il proporre imprese fuori dell'ordinario: la traversata, poi il viaggio in Cina, in duecento su un treno. Quel viaggio ha portato ad un risultato inaspettato: alla firma di un protocollo per la nascita, a Pechino, di due poli operativi che supereranno la logica dell'ospedale psichiatrico per adottare quella del Fareasseieme, con un centro di salute mentale, un centro diurno, una struttura residenziale, una casa del fare assieme, ovvero pratiche di psichiatria territoriale di comunità, per favorire la partecipazione attiva e il protagonismo di utenti e familiari».
Questa logica partecipativa si è concretizzata in una figura particolare: gli Ufe. Che non hanno nulla di extraterrestre, perché sono una realtà. «L'acronimo - spiega De Stefani - sta per Utenti familiari esperti». Si tratta di ex malati psichiatrici, o loro familiari, che hanno scelto di sostenere chi sta passando, oggi, la loro stessa esperienza. «Oggi gli Ufe sono in tutto una cinquantina e affiancano medici e operatori nelle attività del servizio. Riacquistano stima in se stessi, mettendo le loro capacità a disposizione degli altri. E' un sapere non tecnico, ma esperienziale. Insostituibile».
L'esperienza innovativa di Trento, sarà presentata venerdì sera alle 21, a Piacenza (Fondazione di Piacenza e Vigevano, via Sant'Eufemia 12); sabato mattina, alle 9, al cinema Capitol di Fiorenzuola (con incontro con le scuole superiori Mattei di Fiorenzuola); e il 12 Novembre alla Sala Bot del Comune di Carpaneto, dove il relatore sarà il dottor Silvio Anelli, psichiatra e dirigente del Servizio di Salute Mentale di Fiorenzuola.

d. men.

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