Mercoledì 10 Novembre 2010 - Libertà

I Castignoli: vite dedicate alla ricerca archivistica

Scomparso Paolo, che a Livorno aveva percorso la stessa carriera del fratello Piero a Piacenza

piacenza - Lo scorso 29 luglio era scomparso il fratello Piero, notissimo studioso e direttore del nostro Archivio di Stato dal 1961 al 1995; giusto tre mesi dopo, il 29 ottobre, è mancato Paolo Castignoli che a Livorno svolse una analoga carriera. Nella città labronica diresse infatti l'Archivio di Stato dal 1973 al 2001.
Nato nel 1936, di sei anni più giovane di Piero, entrò nell'Amministrazione Archivistica nel 1962, da impiegato amministrativo nell'Archivio di Stato di Modena. Nella città emiliana si diplomò in Archivistica e si laureò in Giurisprudenza. Nel 1973, avendo vinto il concorso per archivista di Stato, si trasferì a Livorno a dirigere l'Archivio, istituito nel 1941, depositario di un ricchissimo patrimonio proveniente dalle magistrature ducali e granducali, in particolare marittime, a partire dal XV secolo.
Come si è verificato per il fratello Piero studiosi, amministratori e amici lo ricordano con parole commosse segnalandone la profonda e vivace cultura, l'interesse civile e la signorilità. Se esistono tratti comuni con il fratello sono proprio quelli dell'entusiasmo e della serietà che contraddistinguono il vero studioso, partecipe pienamente della società in cui vive. E come Piero a Piacenza promosse in prima persona nella città adottiva la nascita di istituzioni culturali, ad esempio quella dell'Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea nel 2008.
Il sindaco Alessandro Cosimi definisce la sua morte «una perdita incredibile per la città». Paolo Castignoli fu impegnato anche nella vita politica: fu infatti consigliere comunale di Livorno nei primi anni Novanta e dal 1994 al 1996 assessore all'urbanistica. A detta di molti aveva maturato una conoscenza e un amore per Livorno come e più di molti livornesi, alla città aveva dedicato la sua professione di archivista sollecito in ogni maniera verso studenti e ricercatori e aveva contribuito con studi personali ad approfondirne la storia.
Scrisse saggi dedicati alla storia moderna livornese, che in parte furono raccolti in un volume (Livorno dagli archivi alla città: studi di storia) a lui dedicato all'atto del pensionamento nel 2001. Prese parte a numerosi sodalizi e associazioni fra cui la Deputazione di storia patria per la Toscana e l'Associazione Livornese di Storia, lettere e arti di cui dal 1993 dirigeva la rivista Nuovi Studi Livornesi. Era assai interessato ai rapporti, a partire dalla Toscana, fra i popoli che si affacciano sul Mediterraneo, tematica che dibatté in atti e convegni. Aveva rivolto particolare attenzione pure alle minoranze religiose e linguistiche (ebrei, armeni, greci) che avevano preso dimora nel Granducato toscano grazie alle cosiddette livornine, lettere patenti medicee con le quali dal XV secolo si invitarono i mercanti forestieri a risiedere nella città portuale.
Anche in pensione Paolo Castignoli aveva continuato ricerche e attività culturale tanto che il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno, di cui il nostro era membro del Comitato di indirizzo, ora ha proposto di intitolargli la biblioteca e l'archivio storico dell'ente. Ma diede anche un importante contributo alla storia della sua città natale quando nel 1975, dopo il suo lungo soggiorno a Modena, uscì da lui curato il volume XIV dell'Edizione Nazionale del Carteggio di L. A. Muratori, relativo alla corrispondenza tra l'illustre storico e il piacentino Alessandro G. Chiappini, canonico di S. Agostino.
Insomma, un'esistenza ragguardevole, ricca e impegnata, e un percorso per molti versi curiosamente simile accomunano i due fratelli Castignoli, entrambi deceduti in questo torno d'anno.

Gian Paolo Bulla