Sabato 30 Ottobre 2004 - Libertà
Voci piacentine, Novecento d'oro
Amici della lirica - In Fondazione successo per la seconda serata del ciclo curato da Landini. Cristalli, Ratti, Campolonghi e i tenorissimi Poggi e Labò
L'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano ha visto il "tutto esaurito", l'altra sera, per la seconda e ultima conferenza-concerto del ciclo Due secoli di grandi voci piacentine, tenuto da un eminente storico delle voci liriche come Giancarlo Landini, e promosso dagli Amici della Lirica con Comune, Provincia, Regione e Fondazione di Piacenza e Vigevano. Ce n'era ben donde, anche perché il "piatto forte" della serata era costituito da registrazioni di grandi e grandissimi cantanti lirici dagli anni Venti agli anni Sessanta. Fra i tenori, ecco Italo Cristalli in una "serenata" del Don Pasquale incisa nel 1927; ecco la voce freschissima e il vigore "verista" di Gino Bonelli in una Vesti la giubba degli anni Cinquanta e la sontuosa eloquenza di Carlo Menippo in un "Improvviso" di uno Chénier registrato dal vivo a Cremona nel 1961. Ed ecco la voce colossale e il pathos teatrale ben oltre il calor bianco del baritono Piero Campolonghi in uno dei celebri "Rigoletti" cantati con la Callas e Di Stefano a Città del Messico nei primi anni Cinquanta; e, soprattutto, la voce eccezionalmente morbida e radiosa del tenore Gianni Poggi ("la voce di tenore così come ce la immaginiamo" ha detto molto bene Landini) ascoltata nella "sua" Gioconda in Cielo e mar e quella dell'altro grande tenore del dopoguerra piacentino, il verdianissimo Flaviano Labò, il cui timbro brunito di favolosa bellezza e il cui vibrante eloquio sono stati esaltati da O tu che in seno agli angeli. A questi ascolti sono seguite interviste a cantanti "a riposo" dal passato importante (mancava purtroppo il baritono Franco Piva, indisposto) con begli interventi del soprano Eugenia Ratti, il più celebrato Oscar del Ventesimo Secolo per le sue memorabili partecipazioni a tante edizioni di Un ballo in maschera (l'ascolto di una sua registrazione di Saper vorreste ha giustificato pienamente tanto prestigio), del baritono Carlo Torreggiani di cui abbiamo sentito una bellissima Eri tu catturata in un concerto del 1970, e del soprano Gabriella Mazza, protagonista al Municipale dello storico Werther del 1966 con Alfredo Kraus. Dopo questo lungo bagno di ricordi dell'ultima età "epica" della storia del canto lirico, il concerto vocale conclusivo accompagnato al piano da Elio Scaravella rischiava di rivelarsi il momento "debole". Così non è stato: piacentini "onorari" come il baritono lodigiano Valentino Salvini (alle prese con Pietà, rispetto, amore e il tenore cremonese Luca Bodini (Recondita armonia) si sono portati benissimo, così come il baritono piacentino "naturalizzato" veronese Maurizio Magnini (nell'aria di Escamillo da Carmen). Il bravissimo villanovese Davide Baronchelli ha cantato con onore una preziosa pagina da "grande basso" come la Serenade da Filemone e Bauci di Gounod; il soprano Maria Laura Groppi ha offerto un saggio di classe con Addio, mio dolce amore dall'Edgar di Puccini; e il mezzosoprano Anna Maria Chiuri ha entusiasmato con un'emozionante Condotta ell'era in ceppi dal Trovatore sfoggiando un temperamento teatrale d'altri tempi. Una maratona che non ha stancato il pubblico - anzi! - e in cui Landini ha colto il destro per proporre pubblicamente, alla presenza dell'assessora al Teatro Giovanna Calciati, di pubblicare per sottoscrizione, col patrocinio delle autorità cittadine, un cofanetto discografico che raccolga le rare e disperse - ma non costose - registrazioni dei cantanti che nel Novecento hanno onorato il nome di Piacenza. Per questa opera di compilazione una traccia, la migliore possibile, esiste già: è il libro Voci piacentine del concittadino Franco Fernandi.
Alfredo Tenni