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Giovedì 14 Ottobre 2010 - Libertà

Rinaldo Küfferle, paladino della cultura russa

Maria Pia Pagani, dell'Università di Pavia, presenta la giornata di studio su Rinaldo Küfferle, che si svolge domani in Fondazione

di MARIA PIA PAGANI
Come ricordato anche dalla sua insegnante Maria Tiezzi di Pontedera, Rinaldo Küfferle (San Pietroburgo, 1° novembre 1903 - Milano, 20 febbraio 1955) ha imparato l'alfabeto italiano il 22 novembre 1917, appena arrivato in Italia come profugo russo.
Due giorni dopo, il 24 novembre, il giovane svolge un dettato dall'Orlando Furioso di Ariosto: "Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori / le cortesie, l'audaci imprese io canto…". Già da allora, Rinaldo sapeva di portare il nome di un famoso paladino della tradizione letteraria, ma forse non immaginava ancora che la "sua" chanson de geste avrebbe unito con tanta intensità le note russe a quelle italiane.
Poeta, prosatore e traduttore dal russo, ha lasciato una vasta - ma ancora in parte inesplorata - produzione letteraria che ha segnato la cultura italiana del Novecento: di questo si parlerà durante la giornata di studi Rinaldo Küfferle: un grande mediatore di cultura tra Russia e Italia, che si terrà a Piacenza il 15 ottobre 2010 presso l'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in Via S. Eufemia 12.
La sessione mattutina (ore 10), presieduta da Fausto Malcovati (Università di Milano), si aprirà con una tavola rotonda nel corso della quale sarà presentato un ritratto intellettuale e culturale di Rinaldo Küfferle negli anni 1917-1955, cui seguiranno singoli interventi finalizzati a ripercorrere le tappe principali della sua breve ma intensa esistenza. Saranno anche offerte al pubblico le letture di alcune sue poesie e brani in prosa, realizzate da Camilla Maccaferri.
Uno sguardo sull'attività artistica del padre sarà proposto da Michail G. Talalay (Accademia Russa delle Scienze) con l'intervento Pietro Küfferle scultore. Una delle sue opere russe più famose è la statua di Cristo sulla tomba della generalessa Anna Veršinina, al cimitero pietroburghese di Novodevic'i: in anni recenti - grazie alla sua straordinaria espressività - è diventata oggetto di devozione popolare. I musei pietroburghesi conservano anche altre sue opere: ad esempio, al Museo Navale Militare si trova il progetto per un monumento (non realizzato) ai marinai russi che recarono gli aiuti alla popolazione colpita durante il terremoto di Messina del 1908; al Museo di Storia Politica c'è l'Agitatore, una statua ispirata ai fatti della Prima Rivoluzione Russa. A Staraja Derevnja, un ex sobborgo di San Pietroburgo, c'era un monumento ad Alessandro II che è andato distrutto. Invece a Mosca, al Museo Tolstoj, si trova il gruppo scultoreo Lev Tolstoj e il Salvatore, che riporta le ‘parole' rivolte da Cristo allo scrittore: «Tu mi hai capito»; destinato a una mostra, esso fu respinto dalla censura zarista.
Con l'intervento Un giovane poeta russo scrive a D'Annunzio, io stessa presenterò dei preziosi inediti - oggi negli archivi della Fondazione "Il Vittoriale degli Italiani" a Gardone Riviera - che attestano la stima poetica di Küfferle nei confronti del Vate: due lunghi componimenti (un ditirambo e un canto in versi liberi), accompagnati da una toccante lettera in cui sono raccontate le sue vicissitudini di profugo e la prematura morte della madre, avvenuta in Toscana nel 1919. Agli occhi del giovane Rinaldo, infatti, solo D'Annunzio è il «divino Maestro» in grado di giudicare il suo talento poetico e la sua carriera letteraria, avviata con la raccolta Il pollice riverso (1920): «Dal mio Poeta, dal mio Eroe, attendo una risposta per la Vita». La sua ammirazione per D'Annunzio si riflette in molte liriche, da quelle più intime di Piccola biografia (1938) a quelle più mature dei Canti spirituali (1946); il suo ultimo omaggio arriva con l'articolo La maschera di D'Annunzio per "L'Illustrazione Italiana", nel ricordo della scomparsa del Vate avvenuta nel 1938. La sessione pomeridiana (ore 14), presieduta da Renzo Cremante (Università di Pavia), si apre con l'intervento di Fausto Malcovati (Università di Milano) intitolato La traduzione de L'Uomo: una grande sfida. Infatti Rinaldo Küfferle inizia a pensare alla traduzione del poema di Vjaceslav Ivanov L'Uomo alla fine del 1941-inizio 1942 e incontra subito il caloroso sostegno dell'autore, che conosceva le sue poesie e apprezzava le sue traduzioni di classici russi. Il lavoro di traduzione è stato molto faticoso e complicato: Küfferle decide di conservare il ritmo e non la rima, l'autore interviene continuamente rivedendo le traduzioni e dando consigli preziosi nella scelta del lessico e della intonazione poetica. In alcuni casi lo stesso Ivanov, nel proporre le varianti, modifica il testo originale, adattandolo alla musicalità dell'italiano.
Al termine del lavoro, nel 1945, il testo risulta perfetto sia nella corrispondenza con le intenzioni dell'autore, sia nell'intensità della versione italiana. L'Uomo costituisce la vetta dell'attività di traduzione di Küfferle in campo poetico, anche per la forte identificazione del traduttore con il contenuto spirituale del poema. Con l'intervento Rinaldo Küfferle e l'emigrazione parigina, Elda Garetto (Università di Milano) considererà la vasta attività di traduttore di questo grande mediatore di cultura, contraddistinta da una spiccata versatilità nella scelta dei generi, degli autori e dei periodi. Accanto alle traduzioni dei classici (Puškin, Dostoevskij, Turgenev) e dei libretti d'opera, che lo hanno reso celebre anche nel mondo musicale, di estremo interesse è la traduzione di alcuni scrittori novecenteschi che, dopo i brillanti esordi in Russia nei primi del Novecento, si ritrovano in emigrazione a Parigi (Bunin, Merežkovskij, Zajcev). Küfferle entra in contatto con loro tramite Aleksandr Amfiteatrov, scrittore e giornalista russo emigrato in Italia, e mantiene con loro una fitta e articolata corrispondenza che consente di seguire le vicende della traduzione e pubblicazione delle loro opere in Italia.
Infine, con l'intervento Da Naufraghi a Ex russi: l'odissea di un romanzo, Sara Mazzucchelli (Università di Milano) esporrà le vicissitudini del romanzo scritto da Rinaldo Küfferle sia in relazione ai protagonisti, costretti a fuggire dalla patria in seguito alla Rivoluzione russa, sia al difficile percorso editoriale del libro stesso. L'autore lavora al romanzo - dal titolo provvisorio di Naufraghi - già nel 1932 e, come testimonia l'importante corrispondenza inedita, le aspettative degli editori sono grandi, ma la pubblicazione avviene solo nel 1935. Il romanzo, edito dai F. lli Treves con il titolo Ex russi, descrive nella prima parte le vicende di alcune famiglie della nobiltà russa alle soglie della Rivoluzione d'Ottobre e il loro inesorabile violento declino. Nella seconda parte dell'opera, dopo un ventennio e tante traversie attraverso l'Europa, gli stessi personaggi si trovano in emigrazione nell'Italia dei primi Anni Trenta. A questo evento, realizzato con il sostegno della Fondazione Piacenza-Vigevano, e importante per scoprire le "gesta" letterarie di quel grande paladino della cultura russa in Italia che fu Rinaldo Küfferle, sarà presente il figlio Riccardo.

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