Mercoledì 17 Novembre 2010 - Libertà
Muti con Piacenza a Nairobi: Uhuru Park per la Cherubini
Il sopralluogo nella capitale del Kenya si trasforma in un'avventura umana
Quando salutiamo Patrick, il nostro driver durante i giorni africani, è piena notte a Nairobi. Una fresca notte di ottobre. Ci congediamo con un abbraccio veloce e silenzioso appena scesi dal pullmino e prima di infilarci nell'aeroporto "Jomo Kenyatta". Il volo per l'Italia ci aspetta, Patrick invece tornerà a casa sua, a Kibera, il più grande slum dell'Africa subsahariana che s'aggrappa ai bordi della città, flessuoso serpente di lamiera e fango, fiume di povertà estrema e di passione dove vivono mezzo milione di persone e migliaia di bambini di strada.
L'avventura africana è durata solo quarant'otto ore, ma non è finita. Inizia ora. Inizia per Maria Cristina Mazzavillani Muti, presidente del Ravenna Festival, donna di rara intelligenza e generosità umana e per una compagnia non meno motivata: Antonio De Rosa, soprintendente del Festival, i direttori artistici Angelo Nicastro e Franco Masotti, Marco Patavino di RaiTrade e la sottoscritta, che ha il compito più immateriale, ma non è una valigia leggera, di trasportare nell'impresa la tensione etica nata a Piacenza lo scorso dicembre al Teatro Municipale intorno ad un'idea meravigliosa, dura, esigente e coraggiosa: tenere un concerto dell'orchestra giovanile Cherubini diretta dal maestro Riccardo Muti a Nairobi, in Kenya. E Muti stesso, in contatto nonostante il lieve e già superato malessere da superlavoro a Chicago, seguirà con spirito attento l'evolversi del progetto.
Il fulmineo sopralluogo ha buon esito. Il concerto delle "Vie dell'Amicizia" 2011 - a Piacenza dovrebbe avere un'anteprima nel corpo della stagione concertistica - si farà a luglio. Quando il tempo a Nairobi ha un sapore continentale e smette di "piangere". Si farà un giorno di festa, per raccogliere più gente possibile nell'anfiteatro erboso dell'Uhuru Park (Parco della Libertà), in centro città. Arriveranno a piedi anche da Kibera, è la nostra speranza. La musica sarà offerta gratuitamente e dedicata alle missioni italiane in Africa, Piacenza ne ha più d'una da celebrare. Le "Vie dell'Amicizia" del Ravenna Festival hanno già percorso, musicalmente, alcuni scenari chiave del nostro tempo: da Sarajevo nel 1997 passando per Erevan e Ground Zero, arrivando quest'anno a Trieste, in una trionfale serata nella piazza Unità d'Italia con undicimila persone e tre presidenti.
L'Africa è un Altrove che può spaventare. Ma incarna quel bisogno di vincere l'indifferenza che avvolge e impietrisce il mondo raccontato dalla stessa regista Mazzavillani nello spettacolo Tenebrae scritto da Massimo Cacciari e in scena a Roma proprio in questi giorni.
In Kenya si lavorerà in collaborazione con Amani Ong e Koinonia, con Avsi, ma il battito di questo concerto è piacentino e accenderà un riflettore internazionale sulle missioni ben oltre i pur necessari e costanti aiuti alla cooperazione. E' il momento di far nascere un comitato promotore che dia il ritmo giusto all'impresa.
Questo concerto si rivolge a una terra emblematica, piattaforma per contenere le spinte dell'estremismo islamico, Paese che insegue una riunificazione al di là delle divisioni tribali, un argine alla corruzione dilagante, un bilanciamento a insostenibili disuguaglianze. Bianchi e neri lavorano insieme da anni e tanto più oggi cercano un modo di relazionarsi che non abbia alcun retrogusto colonial-culturale, favorendo autentica emancipazione oltre il puro assistenzialismo. Il concerto sarà un patto che si rinnova su basi più profonde, coinvolgerà la Cherubini, giovani del conservatorio di Nairobi (uno dei due in tutta l'Africa), interpreti africani venuti dalla strada. Salderà il lavoro oblativo svolto dai missionari cattolici a un nuovo senso di responsabilità contro le derive anti-bianchi, che pure affiorano.
Sembra un sogno essere arrivati fin qui in un crescendo rossiniano di speranza, dubbi, volontà e infinito desiderio di espandere i nostri confini geografici ed interiori. Era il gennaio 2009 quando nacque (da un sogno di Capodanno) la prima intuizione: dedicare un concerto piacentino a missionari che si erano distinti nei modi - paritari, rispettosi - di accostarsi alle popolazioni locali. Riccardo Muti undici mesi dopo accettò di dirigere una prova aperta della Missa defunctorum di Paisiello, il 3 dicembre al Municipale, grazie alla preziosa mediazione di Giovanna Calciati e Paolo Dosi, con la condivisione del sindaco Roberto Reggi e la simpatia di istituzioni come Provincia, Fondazione e Confindustria. Fu un successo grande e denso di significato. A rappresentare lo spirito missionario: un medico donna piacentino, Francesca Lipeti, che da 17 anni regge un ospedale nella savana per la missione di Ongata Rongai creata in Kenya da don Pozzi e il comboniano Padre Renato "Kizito" Sesana, fondatore di comunità educative per ex bimbi e bimbe di strada a Nairobi, sacerdote di frontiera vicino ai più umili e diseredati. Dopo quel concerto, nel camerino del maestro Muti, un sogno realizzato ne generò subito un altro. Più grande. Che ora ha preso forza e respiro.
PATRIZIA SOFFIENTINI