Domenica 17 Ottobre 2010 - Libertà
Delorko-Spendel, note ad effetto
Spazio Rotative: l'accattivante spettacolo ha chiuso il Valtidone Festival
PIACENZA - Puristi, astenersi. Avevano promesso un concerto birbante e l'hanno fatto. Pochissime sedie vuote e una valanga di applausi. L'altra sera, per la gagliarda chiusura del Valtidone Festival 2010 allo Spazio Rotative di Libertà - tra i partner cruciali della rassegna - c'era il pubblico "giusto", detto da un orgoglioso onnivoro che snobba paletti e comparti stagni. A centro sala, per la serata di gala della benemerita manifestazione musicale diretta da Livio Bollani, promossa da Fondazione Val Tidone Musica e Associazione Tetracordo col sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e il patrocinio dalla Regione, c'erano due splendidi pianoforti Schimmel ¾ di coda sistemati frontalmente, uno nero e l'altro coloratissimo, "giocattolosamente" dipinto e scolpito da Otmar Alt, tra i più quotati artisti tedeschi contemporanei. Tutt'intorno, l'abbraccio di un pubblico attento e numeroso. E, dietro alle tastiere, i grandi pianisti tedeschi Ratko Delorko e Christoph Spendel, colleghi di cattedra alla Musikhochschule di Francoforte: piano classico per il primo, jazz per il secondo. Folta chioma canuta l'uno, calvo l'altro. Intimamente uniti da 10 anni nel progetto Jazz meets Classic visto alle Rotative, condividono l'aplomb teutonico, l'approccio sornione, ammiccante e spiritoso con il pubblico, il tocco sopraffino e una straripante voglia di sperimentare strade alternative in una profonda fusione di classica, jazz, pop, fusion e addirittura rock, amalgamando la miscela in un suono poetico e accattivante che scorre cristallino. Chiudere gli occhi significava immaginarsi un uomo solo al piano con quattro mani. Un concerto sui generis. Lo si era intuito già all'ingresso, accolti da una collezione di Harley Davidson e Vespe da amatore, portate dai bikers di Big Twin e Vespa Club Piacenza per regalare ai musicisti un'entrata in scena… roboante. Su due ruote a fine serata è entrato pure il pasciuto e promettente Roberto, figlio di Ratko, per prendere posto dietro alla batteria e suonare col babbo e l'amico gli ultimi tre pezzi della serata in un'inedito trio. Punti di forza dell'esibizione: rapporto fisico con lo strumento, senso ritmico, gusto percussivo sempre presente anche nei transienti più delicati e tanto interplay. I due cambiano ruolo, continuano le frasi dell'altro, si accompagnano negli a-solo e viceversa, profanando i rispettivi campi d'azione con vicendevoli incursioni nel jazz e nella classica senza soluzione di continuità. Un esempio: Out of town di Spendel. Lui intavola una Bossa, ma è Delorko a fraseggiare jazz. La musica scorre dentro alle orecchie come un olio, il tempo fluisce anche nelle frenate e negli stacchi più decisi, declamati, in un dialogo fitto che li conduce fino al blues. In una serrata, naturale alternanza di rimandi e risposte, magnifico è stato il nitore esecutivo del Contrappunto n. 1 dall'Arte della Fuga di Bach; avvolgenti, personali, vispi, pieni di accenti e sfumature i gershwiniani Preludio e Summertime da Porgy and Bess, con un passo sofficemente swing poi sfociato in una cavalcata da big band.
Interessantissimi anche in solo. Spendel ha restituito Night and day (Porter) con un fraseggio felino, giocosamente frammentato e di gran respiro, alternando cascate di note e scale a piccoli giochi scherzosi, e una vivacissima, caraibica Autumn leaves di Kosma; Delorko ha risposto con una Fantasia di Haendel solare e baldanzosa, giocata su progressioni, velocità e limpidezza entusiasmanti, e con l'Improvviso n. 4 di Schubert incantato e pacificante, caricando ogni singola nota di una leggera monumentalità propria dei grandi interpreti e intessendo gustosi rimandi interni ai brani, donando ai colori barocchi e romantici delle melodie un appeal assai contemporaneo. Incantevole, toccante la doppietta di Romanze: Schumann per Delorko, dolcissimo, Rodgers&Hart per Spendel, stuporoso. A completare il programma, in duo: la malia bizzarra di Saitenwind (Delorko, dal ciclo Zeitklang), tra corde pizzicate, percosse e arpeggiate e costrutti reiterati da cui staccarsi sondando liberamente crescendo e dissonanze; l'appassionata e scoscesa corsa pop-jazz di Melodic adventures (Spendel); la formicolante e inquieta Greek children's dance di Nicolas Econnomu e il virtuosissimo Jazz etude n. 1 di Spendel in chiusura, prima del quasi-hip-hop di Flight 408 (Spendel), della ballad rock Mama star (Delorko) e del jazz-blues Blue ghost di Spendel come bis, suonati in trio col giovane Roberto. Appuntamento l'11 giugno a Castelmantova con l'avvio di Valtidone Festival 2011, ha annunciato Bollani, la cui chiusura a fine ottobre del prossimo anno è già stata affidata al duo russo-tedesco piano e violino di Jura e Alissa Margulis con un concerto tutto dedicato a Lizst nel 200esimo anniversario della nascita.
Pietro Corvi