Giovedì 28 Ottobre 2004 - Libertà
Un cardiologo sul tetto del mondo
Il ricavato di "Tre uomini tra le nuvole" per una scuola d'alta quota. L'avventura di Loris Maj in un libro per l'Himalaya
L'avventura sul tetto del mondo di Loris Maj, cardiologo piacentino, regalerà un futuro pieno di speranza ai piccoli sherpa di Pangboce. La vendita del libro, nato dalla scalata sull'Himalaya del primario con la passione della montagna, ha fruttato 10.350 euro che hanno raggiunto per direttissima il villaggio nepalese a mezza giornata dal campo base dell'Everest. E il ricavato di "Tre uomini fra le nuvole, diario di un viaggio sul tetto del mondo" si trasformerà presto in una scuola tutta nuova nel Khumbu. La somma, recapitata grazie alla Edmund Hillary Himalayan Trust, verrà utilizzata per il rifacimento dell'edificio scolastico costruito nel 1963 da Edmund Hillary, nel villaggio dove si erge anche più antico monastero tibetano della regione. Nel libro di viaggio di Loris Maj prende forma l'avventura vissuta in Nepal nell'aprile 2002 da tre amici piacentini: l'autore stesso, Gianni Cocco ed Augusto Gruzza. "Fu una traversata di trekking estremo in alta quota che ci portò all'ascesa del Gorkyo Ri e dell'Imia Tse, dove incontrammo Sergio Cammi, un altro piacentino" racconta Maj. Ma il volume edito dalla Editrice Farnesiana con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano nasconde anche un più intimo segreto. "Ho deciso di andare sull'Himalaya per avere una storia fantastica da raccontare a mio nipote" racconta l'autore, divoratore appassionato di libri d'avventura e nonno provetto dalla giovinezza segnata dai miti dell'alpinismo. E l'avventura certo non è mancata. "La scalata all'Himalaya inizia dove le montagne europee finiscono" dice prima di accennare ad una tempesta che ha sorpreso la spedizione nottetempo. Un'avventura a lieto fine che ha lasciato il segno e ha destato l'ammirazione degli scalatori nei confronti una popolazione speciale: quella degli sherpa nepalesi. "Ne sono rimasto affascinato e devo loro anche molta riconoscenza" ammette.
La donazione ha potuto raggiungere il mittente solo grazie all'intervento di un intermediario autorevole: la fondazione intitolata a Edmund Hillary, primo conquistatore dell'Everest, che da anni dà sostegno ad ospedali e scuole, favorendo la formazione degli insegnanti, la scolarizzazione di adulti e bambini e la costruzione di ponti e sentieri. Tra le priorità della Himalayan Trust c'è anche il supporto ai monasteri, ai centri religiosi e culturali e gli aiuti forniti a seguito delle catastrofi, una drammatica e frequente realtà del territorio. "E' l'unico canale percorribile per far arrivare i fondi monetari in Nepal vista la grave situazione politica in cui versa il paese - spiega Maj - Hillary e la sua fondazione sono rispettati dai maoisti e dai loro leader". Attualmente, infatti, l'incerta situazione politica ha generato forti flussi migratori verso la capitale nepalese di Kathmandu, lasciando le aree rurali in mano ai maoisti.
Ilaria Molinari