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Venerdì 29 Ottobre 2010 - Libertà

«La donna, non solo "musa"»

La storica Lucia Fornari Schianchi e il ruolo femminile nell'arte. Amaro Calice Oggi nuova conferenza sulla condizione della donna fra Otto e Novecento

piacenza - Oggi alle 17.30 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via S. Eufemia 12, prosegue il ciclo di conferenze organizzate dal Soroptimist di Piacenza per approfondire alcune delle tematiche sollecitate dalla mostra Amaro calice che si snoda tra la rotonda d'onore (con opere in genere non esposte) e l'allestimento permanente della Galleria d'arte moderna Ricci Oddi fino al 31 dicembre. All'incontro di questo pomeriggio interverrà Anna Maria Isastia, docente di storia contemporanea all'università La Sapienza di Roma e vicepresidente del Soroptimist international d'Italia, che parlerà della condizione della donna in Italia fra Otto e Novecento.
La volta precedente era stata la storica dell'arte Lucia Fornari Schianchi, introdotta da Carla Recher, presidente del Club di Piacenza del Soroptimist, e da Antonella Gigli, direttrice dei Musei di Palazzo Farnese, ad affrontare un percorso suggestivo sul rapporto tra gli artisti e la figura femminile, intesa non solo come musa ispiratrice, ma soggetto di ritratti "che quasi mai sono unicamente descrizione di lineamenti". A farsi largo è dunque «una chiave di lettura di un mistero più nascosto» ha commentato Fornari, guidando lungo un itinerario che dal 1855 del quadro di Angelo Inganni (esempio di pittura nella pittura, con Amanzia Guérillot al cavalletto, pittrice e seconda moglie dell'artista bresciano, attorniata da una parete di dipinti) ha condotto agli anni Sessanta del secolo scorso con la celebre serie di Picasso dedicata a Il pittore e la modella. In mezzo, un secolo di storia dell'arte denso di profondi mutamenti.
Fornari ha invitato a osservare l'evoluzione delle acconciature e delle mode, con gli abiti utilizzati dal purista Luigi Mussini per «conferire alla fanciulla ritratta la nobiltà della storia», fino alla pura decorazione di vestiti e pettinatura dei quadri di Gustav Klimt. Nella seducente Nascita di Venere del pittore pompier Alexandre Cabanel il corpo «si fa natura, fin quasi a fondersi con la roccia», mentre sempre a metà Ottocento il preraffaellita John Everett Millais fa dell'infelice Ofelia «una sorta di Mater Matuta antica, esplicitando un rapporto tra la figura femminile e la morte». Gli artisti non si limitano comunque a idealizzare. Edgar Degas rappresenta una stiratrice nel suo ambiente di lavoro; Jean-François Millet coglie la fatica delle spigolatrici con la schiena curva nei campi. La nudità esibita nella Colazione sull'erba dell'impressionista Édouard Manet va invece collocata «tra provocazione erotica e interpretazione del corpo della modella in forma classica e statuaria». Con Auguste Renoir si assiste ai riti sociali che si consumano nel palco a teatro o nella serenità dell'ora del passeggio con i bambini intenti ai loro giochi.

Anna Anselmi

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