Domenica 5 Settembre 2010 - Libertà
Zanella, una perla ritrovata
Alla rassegna di Monticelli dedicata al pianista e compositore, riproposto dopo 60 anni da "Le Musiche Quartet" brano di grande originalità dell'autore
monticelli - Grande musica e straordinari musicisti l'altra sera a Monticelli, in occasione del primo concerto della Rassegna pianistica internazionale "Amilcare Zanella" organizzata dal Comune con il patrocinio della Provincia, il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e la direzione artistica del maestro Fabrizio Garilli.
Il concerto di apertura di questa pregevole manifestazione, giunta alla sesta edizione, quest'anno è stato dedicato alla produzione cameristica del pianista e compositore originario di Monticelli. E senza dubbio la scelta di Fabrizio Garilli, storico direttore del Conservatorio "Nicolini", è risultata vincente sia sul piano dello spessore artistico che del risultato.
La serata, che si è svolta nella chiesa di San Giorgio ha proposto due brani per archi, il Quartetto in Re maggiore K 575 di Wolfgang Amadeus Mozart e il Quartetto in La maggiore op. 62 di Zanella, eseguito in prima assoluta a distanza di oltre sessant'anni dalla morte del musicista.
«Da anni - ci ha detto Garilli - cerchiamo di riscoprire Zanella come pianista. Quest'anno abbiamo voluto valorizzarlo come compositore. Ai suoi tempi era osannato da musicisti come Boito, Perosi, Casella. Poco più che ventenne fece una tournée in Argentina, riscuotendo critiche entusiastiche. Il musicologo Francesco Bussi nel saggio che gli ha dedicato nel 1973 in occasione del centenario dalla nascita (dal titolo Amilcare Zanella musicista piacentino, emulo di Busoni e paladino di Rossini. Vent'anni dopo) ha scritto che "la produzione cameristica è il saggio più eloquente della musica di Zanella" e io sono pienamente d'accordo con lui».
Dopo aver ascoltato il Quartetto e gli straordinari musicisti che lo hanno eseguito (Giulia Bellingeri, originaria di Monticelli, e Simone Bernardini al violino, Andreas Willhohl alla viola e Ulrike Hofmann al violoncello, componenti del blasonato "Le Musiche Quartet"), anche noi ci associamo senza esitazioni all'elogio tributato da Bussi.
Composto nel 1915 alla vigilia del primo conflitto mondiale, il brano di Zanella è uno splendido affresco di originalità compositiva e un capolavoro di coerenza stilistica nel quale, all'interno di uno stile autonomo e assolutamente personale ricco di effetti anche singolari (per esempio l'uso di acutissimi armonici assegnati al violino) si ritrovano echi della brillantezza di Gershwin, del sinfonismo di Mahler, dell'espressività di Grieg, il tutto fuso in quello che possiamo senza dubbio definire "stile Zanella".
Del resto l'ex direttore del Conservatorio lo aveva preannunciato: «Se nella produzione pianistica Zanella ha risentito dell'influenza dei grandi dell'Ottocento come Liszt, Chopin, Grieg, nella musica cameristica è più originale e dimostra grande coerenza musicale».
Per finire, un grande plauso va ai musicisti de "Le Musiche Quartet", interpreti di grande sensibilità e virtuosismo, che hanno letto i due brani in programma con pregevolissima attenzione ai colori e al fraseggio, dando vita a una serata indimenticabile e meritandosi i prolungati e calorosi applausi del pubblico.
Mauro Bardelli