Domenica 12 Settembre 2010 - Libertà
L'Antiquarium, un gioiello per S. Margherita
Attraverso preziosi reperti racconterà la storia del complesso architettonico. Sabato 18 all'auditorium di via Sant'Eufemia il prologo degli eventi per il ventennale della Fondazione di Piacenza e Vigevano
Le manifestazioni per il ventennale della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che verrà festeggiato il prossimo anno con un calendario di iniziative in via di definizione, avranno un prologo sabato 18 settembre alle ore 17 quando, in via Sant'Eufemia 12, sarà inaugurato il nuovo Antiquarium che racconta la storia singolare del complesso monumentale di Santa Margherita ben conosciuto, a piacentini e non, per i numerosi eventi ospitati nella chiesa trasformata in auditorium.
«Uno spazio - precisa il presidente della Fondazione, Giacomo Marazzi - messo a disposizione della cittadinanza per la promozione culturale e nel quale annualmente si tengono circa 200 appuntamenti. L'attenzione - prosegue Marazzi - è rivolta anche alla formazione dei più piccoli, per i quali l'ex chiesa di Santa Margherita è da qualche anno sede privilegiata di attività e laboratori sul Mestiere di archeologo, che prendono spunto proprio dalla storia delle scoperte archeologiche avvenute durante gli scavi effettuati tra il 1976 e il 1982. Temi che vengono ora approfonditi nell'Antiquarium, che si configura dunque come un museo piccolo ma significativo, con il quale ripercorrere il passato di Santa Margherita, non molto dissimile, sotto certi aspetti, a quello degli altri isolati del centro storico.
Il taglio del nastro sarà preceduto dagli interventi di: Luigi Malnati, soprintendente per i beni archeologici dell'Emilia - Romagna, e Annamaria Carini, archeologa dei Musei civici di Palazzo Farnese, nonché curatrice scientifica dell'allestimento dell'Antiquarium, di cui ci spiega l'iter di realizzazione, a partire dalla convenzione firmata nel 2006 tra Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna, i Musei Civici di Palazzo Farnese e la Fondazione di Piacenza e Vigevano. L'impegno riguardava lo studio e la valorizzazione del complesso di Santa Margherita e, in particolare, dei materiali di scavo, venuti alla luce nel corso del cantiere, tra la fine del 1976 e il 1984, per il restauro e la nuova funzione di auditorium, su progetto dello studio Benzi Galluppi. «L'attenzione nel fare i lavori e la volontà di conservare quanto recuperato - osserva Carini - ha portato ad avere un'occasione unica in città per leggere una stratificazione archeologica». La chiesa che vediamo oggi è barocca, ma l'edificio ha attraversato vicende complicate che risalgono ben più indietro nei secoli e che si potranno capire meglio nell'Antiquarium anche grazie a ricostruzioni in 3D.
«La cripta attuale è una struttura costruita tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo, ma confrontando i dati esistenti e le strutture ancora in loco, si è scoperto che era stata preceduta da una chiesa e da una cripta più antiche, databili probabilmente tra l'VIII e l'XI secolo, di cui sono ancora visibili pochissimi resti». Rimangono testimonianze anche dei lavori del XII secolo (sul muro sottostante la gradinata in legno dell'auditorium), con basi di colonna e lacerti di affreschi del Duecento. Ulteriori importanti lavori (chiusura della cripta in precario stato di conservazione e arretramento della facciata) vennero forse eseguiti dai frati minori, insediatisi nel 1619 e sostituiti nel 1627 dagli eremitani di Sant'Agostino, cui si deve la ricostruzione della chiesa odierna, del 1667, sconsacrata nel 1859 e, nel Novecento, adattata a rivendita di alimentari, con la cripta adibita a magazzino collegato con il piano superiore tramite un montacarichi. Acquistata nel 1974 dalla Cassa di Risparmio (nel 1991 è avvenuto il passaggio di proprietà alla Fondazione), durante i restauri il complesso di Santa Margherita ha rivelato tracce di frequentazioni più antiche, dell'età repubblicana (fine II-I° secolo a. C.) e imperiale (I° secolo d. C.), con resti di un mosaico e di una pavimentazione della domus romana che sorgeva nell'area, oltre a frammenti di ceramica («300 cassette, il cui materiale è stato tutto selezionato, valutato e ricomposto»). Ceramiche di età moderna (tra il XIV e il XVIII secolo) sono affiorate invece durante la posa della rampa di scale verso il guardaroba e si potranno osservare, reintegrate e restaurate, insieme al vasellame romano, nelle vetrine collocate lungo il percorso museale sotterraneo che conduce alla cripta.
Anna Anselmi