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Lunedì 13 Settembre 2010 - Libertà

«Un prete che porta lontano la sua diocesi»

Nelle parole del vescovo Ambrosio, di Marazzi (Fondazione) e di monsignor Galvani il plauso e il ringraziamento al «piccolo ma straordinario» sacerdote missionario in Brasile



Due momenti delle visite in cattedrale guidate da Tiziano Fermi
piacenza - «Un sacerdote piccolo ma straordinario che ha portato il Vangelo nelle terre lontane». Monsignor Anselmo Galvani ci ha visto giusto: è sua la definizione più azzeccata per don Giancarlo Dallospedale, "Angil dal Dom 2010", che il parroco della Cattedrale ha utilizzato in apertura alla celebrazione eucaristica che ha preceduto la consegna del premio. Piacenza non è voluta mancare all'ideale abbraccio che ha circondato il suo figlio missionario partito per il Brasile dove tuttora opera per «andare incontro alle persone dove sono», come ha spiegato durante l'omelia, «perché il cercare è uno degli aspetti che caratterizzano la missione e le cosiddette parabole della misericordia»: presenti molte autorità civili e militari, dal sindaco Roberto Reggi al presidente della Provincia Massimo Trespidi, dal prefetto Silvana Riccio al questore Michele Rosato, dal vescovo monsignor Gianni Ambrosio al tenente colonnello dei carabinieri Edoardo Cappellano, fino al commissario straordinario della Camera di Commercio Giuseppe Parenti, al direttore della Cattolica Mauro Balordi, al presidente di Confindustria Sergio Giglio e al fratello imprenditore Bruno Giglio e all'Angil dal Dom 1998 Lia Beretta.
Non è mancato ovviamente anche il "patron" dell'Angil dal Dom, Giacomo Marazzi, il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano che risulta la principale sostenitrice del premio insieme alla parrocchia del Duomo: proprio a lui è spettato consegnare l'angelo dorato nelle mani del missionario piacentino e così ha commentato l'evento: «Il premio "Angil dal Dom" è una tradizione che si rinnova ormai da tanti anni per dare un riconoscimento ai piacentini meritevoli all'estero; e ce ne sono davvero tanti. Noi, come al solito, cerchiamo di sceglierne uno, il migliore in un certo senso, ma senza fare un torto agli altri che sono numerosi. A don Giancarlo Dallospedale dobbiamo dire innanzitutto grazie: grazie per quello che sta facendo per una popolazione che vive in estrema povertà, nelle favelas; grazie per l'aiuto che dà a chi ne ha davvero bisogno. Ciò che possiamo fare tutti noi è solo un grande ringraziamento per l'opera che don Giancarlo ha portato avanti in questi anni e che sicuramente continuerà in modo meritorio anche nel futuro».
A fargli eco è stato anche il vescovo Gianni Ambrosio: «Questo lungo applauso attesta l'ammirazione dei piacentini e di tutti noi per lo slancio patriottico di don Giancarlo», ha dichiarato dopo l'interminabile applauso che ha accolto il missionario piacentino dopo la premiazione, «grazie a lui la nostra realtà diocesana è arrivata davvero lontano. L'unico "rimprovero" che gli faccio è di essere veramente "in capo al mondo", ma lui ha scelto di stare lì e di vivere l'avventura gioiosa di dare agli altri ciò che ha ricevuto».

Betty Paraboschi

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