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Martedì 21 Settembre 2010 - Libertà

Musica in Castello, il gusto della scoperta

Chiusa con successo la rassegna a Grazzano Visconti: eccellente l'ensemble Cherubini

grazzano visconti - Musica in Castello, o: il gusto della scoperta. Un concerto di musica classica che si permetta il lusso di abbandonare le strade più battute è qualcosa cui pochi piaceri possono paragonarsi. E uno di essi è quello di ammirare luoghi di grande fascino che non sono aperti ai visitatori in ogni occasione. In fin dei conti, si tratta della stessa cosa: la scoperta di bellezze sconosciute.
Tutte e due le cose sono toccate in sorte agli spettatori del bellissimo concerto che l'altra sera, in una sala del Castello di Grazzano Visconti aperta al pubblico per la prima volta (e subito gremita), ha concluso nel modo migliore la prima edizione (speriamo la prima di una lunga serie, se continua così) della rassegna Musica in Castello. Organizzata dalla famiglia Visconti di Modrone con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della Camera di Commercio, la manifestazione era incentrata su un cast giovanissimo ma il cui talento era garantito dal "marchio": i gruppi da camera dell'Orchestra Cherubini, l'orchestra giovanile fondata da Riccardo Muti a Piacenza. I presenti non si sono negati nulla: la vista di quel luogo magico che è, specie di sera, il Parco del Castello - tra i più belli d'Europa - e l'ingresso nel Castello medesimo; la scoperta di nove musicisti giovanissimi ed eccellenti, tutti studenti di perfezionamento del terzo anno in forza all'Orchestra Cherubini, ai quali auguriamo di fare molto parlare di sé in futuro. E - non guasta - una scaletta intelligente e appassionante.
Il violinista Cosimo Paoli e il violoncellista Emilio Pischedda hanno aperto la serata con un capolavoro che pare fatto per ipnotizzare gli ascoltatori ma anche per mettere a dura prova gli interpreti (l'autore stesso dichiarò di averla composta "per amor di difficoltà"): l'impervia Sonata per violino e violoncello di Maurice Ravel, composta tra il 1920 e il 1922 in memoria di Debussy. Le immaginose dissonanze, la politonalità, l'anticonvenzionalità della scrittura tengono costantemente alta la tensione in questa partitura dal fascino enigmatico: Pischedda è piaciuto per la sua bella voce strumentale e il suo gusto per il "cantabile"; Paoli si è districato con onore fra le tremende difficoltà, soprattutto ritmiche, che la Sonata chiede al violino.
Altra chicca, assai seducente per la sua presa melodica e i suoi profumi di folklore slavo, è il Terzetto in Do maggiore per due violini e viola op. 74 B 148 di Antonin Dvorák: la sua natura di musica "da camera" nel senso stretto del termine, composta per il puro piacere di suonare tra amici, è tradita anche dall'organico inusuale. Brano certamente "minore", ma pur sempre opera di un genio negli anni della sua piena maturità, il Terzetto è stato stato eseguito nel modo più coinvolgente dalle violiniste Carlotta Ottonello e Violetta Mesoraca e dalla violista Flavia Giordanengo: una lettura piena di calore e di musicalità, soprattutto nel bellissimo Scherzo.
Finale, dopo due partiture tanto belle quanto poco note, con un amatissimo capolavoro: il Quintetto in Mi bemolle op. 44 di Robert Schumann. Ed è stato bellissimo vedere cinque ragazzi (i violinisti Andrea Vassalle e il già ascoltato Cosimo Paoli, la violista Claudia Marino, il violoncellista Matteo Parisi e la pianista Sara Denti) misurarsi più che degnamente con un classico interpretato da tanti mostri sacri: il romantico trasporto dell'Allegro brillante iniziale, il funereo pathos della lenta marcia del secondo tempo, l'inebriante propulsione impressa alle scale dello Scherzo, gli stretti della doppia fuga finale sono stati momenti entusiasmanti.
Commenta Luchino Visconti di Modrone, l'appassionato ideatore di Musica in Castello che ha fatto gli onori di casa: «Sono molto contento dell'esito di questa rassegna. Ed è per noi fonte di grande soddisfazione il fatto che Classica, il canale di Sky dedicato alla grande musica, abbia inserito Musica in Castello tra gli spettacoli "consigliati"».
In sala c'è anche una celebrity: Allegra Agnelli Caracciolo di Castagneto, vedova di Umberto Agnelli e animatrice di tante iniziative filantropiche. «E' stata una serata stupenda», dice. Allegra Agnelli sarà anche un po' di parte (è zia di Luchino Visconti di Modrone e nel Castello di Grazzano ci è nata), ma alla sua "recensione" non c'è nulla da obiettare.

Alfredo Tenni

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