Sabato 25 Settembre 2010 - Libertà
Dal "commissario scomodo" un pressante invito al rispetto delle regole
Ennio Di Francesco ha presentato il suo libro
Più che un libro, "Un commissario scomodo" è una testimonianza di vita.
Il testo ripercorre con lucida franchezza il percorso umano e professionale dell'autore, quell' Ennio Di Francesco, già ufficiale dei carabinieri e funzionario della polizia di Stato, ospite ieri sera dell'incontro organizzato dal Sindacato Autonomo di Polizia -Sap- nella cornice dell'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Durante la presentazione del volume, istantanee della storia nazionale, volti di tutori della legge e di uomini delle istituzioni che hanno immolato la propria vita per l'Italia, si sono fusi ai ricordi di Di Francesco e ai racconti degli altri relatori presenti all'evento.
Laura Bertolè Viale, avvocato generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Milano, Gianni Tonelli e Ciro Passavanti, rispettivamente presidente nazionale e segretario provinciale del Sap, e il giornalista Gianfranco Salvatori in veste di moderatore, hanno tratto spunto dalle vicende racchiuse nel libro per tornare a parlare dell'attualità.
Ad un presente che lascia l'amaro in bocca all'autore del testo -edito da Sandro Teti Editore- «perché connotato da una riforma democratica della polizia, nata negli anni 70, a tutt'oggi incompiuta, e dal ricordo degli amici e dei colleghi scomparsi drammaticamente sul lavoro». Chiaro il riferimento di Di Francesco al magistrato Emilio Alessandrini, «mio compagno di scuola media e di liceo, ucciso dai terroristi di Prima Linea nel 1979» e del magistrato Giovanni Falcone «con cui collaborai ad un'inchiesta», solo a citare i più noti.
Ad aprire la serata è stato l'attore Mino Manni che ha recitato brani di Bobbio e di Giugni.
Laura Bertolè Viale ha parlato della legalità, concetto chiave del sistema, e «dell'importanza di seguire le regole». Gianni Tonelli, a capo di un sindacato che conta in tutta Italia ventimila iscritti, ha descritto il testo come «emblematico di una situazione che registra un'infinità le persone intente a difendere il sistema anche con la vita, uccise e abbandonate dallo stesso sistema». A chiudere l'evento, che ha visto in platea anche Armando Spataro, è stata la proiezione delle immagini delle vittime del terrorismo. Volti che nel silenzio generale hanno rimarcato l'importanza e il valore di ribadire e perpetuare questa memoria storica e collettiva.
Chiara Cecutta